Summer of Soul, di Ahmir “Questlove” Thompson

Attraverso un mastodontico lavoro di liberazione dell’archivio, Questlove traccia un saggio di cultura black che trasferisce nell’immagine la lotta di liberazione di un intero popolo

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Tutto parte da un portafoglio ritrovato per caso. È di Anne Reynolds, una voce la chiama e la invita a recuperarlo. Siamo al Festival Culturale di Harlem, è il 1969 e quel portafogli è stato ritrovato da uno dei trecentomila presenti all’evento. Una persona che da sola ha riscattato la narrativa razzista che in quegli anni considerava Harlem un covo di delinquenti e perdigiorno. Summer of Soul, il documentario che Ahmir Questlove Thompson, già batterista dei The Roots, dedica a questo concerto gratuito ma sopratutto epocale, sorta di Woodstock della cultura black, inizia da questa tranche de vie quasi satirica per entrare in profondità nell’utopia di quell’evento.

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“È successo davvero?” sembrano chiedersi le immagini, stimolate, forse, dalle circostanze in cui nasce questo strabordante progetto. Questlove restaura e rimonta infatti le immagini di quel festival musicale nato per “controllare” Harlem e diventato evento fondante dell’identità afroamericana, il cui girato originale non aveva ancora trovato una distribuzione ufficiale, malgrado i grandi nomi coinvolti (da Michael Jackson, a Stevie Wonder, passando per Mavis Staples), condannando l’intera rassegna all’oblio. Gli spettatori, i musicisti, che parteciparono al festival sono dunque chiamati a riguardare il girato, a riordinare i fotogrammi, ad arricchirli raccontandone il fuoricampo o addirittura a cercarsi tra i volti del pubblico di quel giorno. Più che celebrare l’evento, Questlove vuole ambiziosamente liberare le immagini dal loro oblio e trasformarle, da appendici della sorveglianza, a strumenti della memoria.

Per farlo, ripensa con perspicacia il girato come un ipertesto in cui le immagini sono libere di scorrere e di dialogare tra loro. Il festival diventa dunque il pretesto per tracciare una mastodontica opera mondo sulla blackness passata e presente, un tour de force esplosivo che esplora le connessioni tra l’antropologia culturale africana e l’RnB, apre parentesi sulla moda afro, ragiona insieme a Sheila E. sul rapporto tra strumenti tribali e musica pop, si sofferma su alcuni simbolici atti di resistenza del pubblico.

Summer Of Soul

Tuttavia è evidente che mentre il documentario afferma la black identity non può fare a meno di problematizzarla, in linea con molta arte militante contemporanea. È, in fondo, la naturale conseguenza della libertà concessa alle immagini, da Questlove, che ricostruisce l’identità di una comunità ma lo fa non censurandone i lati oscuri, i compromessi, mostrando, ad esempio come il festival abbia avuto bisogno dell’aiuto di un bianco, il sindaco John V. Lindsay, per avere una legittimità o soffermandosi ironicamente sullo sponsor del festival, un caffé di provenienza orgogliosamente africana, che monetizza, pur se in modo indiretto, la tragedia dello schiavismo.

Il risultato è un’analisi dell’identità afroamericana dall’inedito sapore agrodolce, che rilegge il festival come un evento mitico della blackness ma è anche consapevole di quanto quello stesso momento perfetto nascondesse più di un lato oscuro. Summer Of Soul ha il coraggio di approcciare la questione senza paternalismi, suggerendo una strada di cui però lui per primo deve testare la tenuta. Non è un profeta, è piuttosto un intellettuale con una predisposizione per lavorare con le immagini, spinto da un’urgenza straordinaria nei confronti del tema, che rischia a tratti di far apparire dispersive le sue argomentazioni, ma in grado di restituire uno dei ritratti più convincenti della blackness contemporanea, proprio perché analizza il suo processo di costruzione, fatto di successi ma anche di spigolosità, piuttosto che dandolo per scontato, non accontentandosi di risposte semplici e trasferendo nelle immagini lo strugglin’, la lotta di un intero popolo.

Titolo originale: id.
Regia: Ahmir “Questlove” Thompson

Distribuzione: Disney+
Durata: 117′
Origine: Usa, 2021

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
4

Il voto al film è a cura di Simone Emiliani

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Il voto dei lettori
4 (1 voto)
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