Suntan, di Argyris Papadimitropoulos

Un coming of age di mezza età che diventa allegoria di un paese che, post-crisi, si affida ciecamente al turismo e al dominio dell’effimero. Realizzato nel 2016.

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La pelle di Kostis, il protagonista di Suntan di Argyris Papadimitropoulos, è bianca quasi come il camice che indossa. È il medico di una piccola isoletta greca, 800 anime al massimo in inverno, decisamente di più d’estate. “Ti sei mai scopato una giapponese?” chiede a Kostis un isolano trepidante, che conta i giorni che mancano a giugno. Al conteggio non partecipa però il dottore, un quarantaduenne solitario, riservato e… bianco come il latte. Tutto, però, sembra cambiare quando cinque ragazzi irrompono nell’ambulatorio: una di loro, Anna, è caduta dal motorino (che guidava senza patente). Nulla di grave, comunque. Kostis riesce anche a stare agli scherzi dei giovani mentre medica la ragazza. Ritrova lei e il suo gruppo alla spiaggia per nudisti del campeggio, dove va ogni giorno a partire dalle 15:00, quando lui chiude l’ambulatorio e loro si svegliano. Tra la sabbia e i fumi dell’alcol dei locali notturni, Kostis si innamora di Anna e, giorno dopo giorno, si convince che le attenzioni che lei gli riserva siano un chiaro segno di come questo sentimento sia ricambiato. Ma non è così.

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Suntan è il primo titolo della rassegna che riporterà in sala dieci titoli della Greek Weird Wave. Il cinema greco, a partire dalla seconda metà degli anni 2000, ha visto infatti una proliferazione di opere che ragionano su un’umanità moralmente storpia e dai corpi in balìa di desideri spessi inoculati. Una prima mappatura di questo cinema della crisi è stata quella del Karlovy Vary International Film Festival del 2012. Tra i dieci nomi da tenere d’occhio, tra Babis Makridis e Yorgos Lanthimos, c’era anche quello di Papadimitropoulos col suo Wasted Youth. Dopo cinque anni (nonostante arrivi in sala dal 13 luglio, Suntan è del 2016), è rimasta invariata la predilezione del regista per una messa in scena asciutta, realistica, con una patina fotografica da cartolina. Eppure, Suntan si divincola da questi steccati estetici e in preda alle convulsioni si avvicina alla stranezza cara al genere.

Qualche granello di sabbia finisce nell’occhio di Anna. La macchina da presa si avvicina, cogliendo il dettaglio della lingua di Kostis che tocca l’occhio di Anna, “come in Lolita”. Sottopelle, si accumulano tensioni esplosive (in un andamento caro allo sceneggiatore Syllas Tzoumerkas). Quella di Kostis non è solamente una crisi di mezz’età, non è solo il proprio passato che a posteriori viene rifiutato e un futuro che non si riesce più a immaginare, perso ormai nel ciclo della routine. Accanto a un coming of age di mezz’età c’è anche la penetrazione di tossine inoculate dall’esterno. La provincia post-crisi nella quale vive, infatti, si è convinta di aver trovato nel turismo la soluzione alle proprie difficoltà. “È agosto! Dobbiamo tutti lavorare di più, cazzo!”, lo ammonisce il sindaco dell’isola, che vuole proteggere la scossa di defibrillatore con la quale si illude di tenere in vita un corpo sociale ormai in piena decomposizione.

Proprio al dominio dell’effimero vorrebbe opporsi Kostis, attaccandosi morbosamente ad aspettative malriposte e promesse vacue per paura di scomparire assieme alla vita evanescente che ha condotto quell’estate. Nel brutale e disperatissimo finale non c’è solo la sconfitta di un uomo (e di una generazione) incapace di oltrepassare la giovinezza. C’è tutta la paura per un’evanescenza che pare una condanna senza appello. C’è, però, tempo per un piccolo passo indietro. Una presa di responsabilità o l’ultimo e definitivo tentativo di fuggire dalla realtà? Al fuoricampo la sentenza.

 

Titolo originale: id.
Regia: Argyris Papadimitropoulos
Interpreti: Makis Papadimitriou, Elli Tringou, Hara Kotsali, Milou Van Groesen, Dimi Hart, Marcus Collen, Giannis Tsortekis, Pavlos Orkopoulos, Ioannis Economides, Kostas Gouzelis, Maria Kallimani, Marisha Triantafyllidou, Nik Triantafyllidis, Syllas Tzoumerkas
Distribuzione: Trent Film
Durata: 100′
Origine: Grecia, Germania, 2016

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3
Sending
Il voto dei lettori
3.33 (3 voti)
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