Una nuova lettera aperta contro il discorso di Glazer agli Oscar

Sono oltre 450 i professionisti del mondo dello spettacolo ad aver firmato una nuova dichiarazione contro il discorso tenuto dal regista britannico in occasione degli Oscar

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Sono arrivate altre critiche al discorso tenuto da Jonathan Glazer per la vittoria dell’Oscar al il miglior film internazionale con La zona d’interesse. Dopo quella inviata da David Schaecte, presidente della Holocaust Survivors’ Foundation USA (Fondazione dei Sopravvissuti all’Olocausto), una nuova lettera aperta è stata firmata da oltre 450 professionisti del mondo dello spettacolo ebrei. Non è ancora chiaro dove e quando sia nata la lettera, ma è stata riportata integralmente da Variety, che oltre la notizia ha reso noto anche l’elenco completo dei firmatari.

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Il discorso tenuto da Glazer al Dolby Theatre ha ricevuto una larga approvazione da parte del pubblico presente, e tra le reazioni più entusiaste ricordiamo quella di Mark Ruffalo, mostratosi a supporto della causa palestinese durante la cerimonia.

Col passare dei giorni però il discorso incriminato è divenuto sempre più un tema scottante e molti hanno espresso la loro indignazione in privato. Pochi sembravano disposti a criticare apertamente le parole di Glazer al di fuori di Michael Rapaport (uno dei firmatari della nuova lettera) e Mayim Bialik, che lo hanno fatto attraverso i social. Len Blavatnik (finanziatore del film di Glazer, peraltro presente sul palco al momento del discorso, insieme al produttore James Wilson) sembrava aver preso le distanze. E in seguito il suo portavoce ha dichiarato che: “Il suo sostegno di lunga data a Israele è incrollabile.”

Ad oggi sono più di 450 i creativi, dirigenti e professionisti di Hollywood ebrei ad aver aderito alla lettera aperta contro il discorso agli Oscar di Jonathan Glazer. L’elenco dei co-firmatari, fornito a Variety lunedì mattina, copre un’ampia fetta di professionisti del settore, inclusi attori (Debra Messing, Tovah Feldshuh), dirigenti (Gary Barber, Gail Berman), registi (Eli Roth, Rod Lurie), produttori (Lawrence Bender, Amy Pascal, Hawk Koch, Sherry Lansing). Circa altre 50 persone hanno aggiunto spontaneamente i loro nomi da quando la lettera aperta è stata pubblicata per la prima volta.

Il gruppo autore della lettera ha affermato: “Rifiutiamo che la nostra ebraicità venga derubata allo scopo di tracciare un’equivalenza morale tra un regime nazista che ha cercato di sterminare una razza di persone e una nazione israeliana che cerca di evitare il proprio sterminio.” Il problema persistente sembra essere dunque l’accostamento del regime nazista, e dell’Olocausto, alla crisi in corso.

Con co-firmatari di alto profilo – per citarne alcuni l’attrice Jennifer Jason Leigh e Gary Gilbert, produttore di La La Land – la dichiarazione aggiunge: “L’uso di parole come ‘occupazione’ per descrivere una popolazione indigena il popolo ebraico che difende una patria che risale a migliaia di anni fa e che è stata riconosciuta come Stato dalle Nazioni Unite, distorce la storia. Dà credito alla moderna diffamazione del sangue che alimenta un crescente odio antiebraico in tutto il mondo, negli Stati Uniti e a Hollywood.”

Jonathan Glazer ha rifiutato di rispondere.

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