LETTE E…RIVISTE – Le riviste di cinema da tutto il mondo (marzo 2006)

Questo mese sguardo su "German Film Quarterly", "Written by", "Asian Cult Cinema", "Sight and sound", "MovieMaker", "Total Film"

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"At the hub of the film world": un tedesco a Hollywood…potrebbe essere l'incipit di German Film Quarterly, che apre la nuova issue con una interessante carrellata storica, ricca di curiosita' e "chicche", sul chi-quando-come del cinema tedesco negli States – da Greta Garbo e Ernst Lubitsch a Carl Laemmle (leggendario fondatore di Universal Pictures) e Erich von Strohheim, fino a Wim Wenders e Rainer Werner Fassbinder, Roland Emmerich e Wolfgang Petersen…Ampio spazio e' dedicato, come sempre, alle nuove produzioni nazionali – tra cui Bye Bye Berlusconi! di Jan Henrik Stahlberg – e alle star made in Germany: in questo numero riflettori puntati su Johanna Wokalek (Aimee & Jaguar, Barefoot) e Henry Huebchen (Jacob the liar, The big mambo), protagonista del recente Zucker! Come diventare ebreo in sette giorni di Dani Levy.

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www.german-cinema.de/magazine

Cosa vi aspettavate da un titolo come 40 anni vergine? Judd Apatow e Steve Carell, rispettivamente regista e co-sceneggiatore (oltre che protagonista) della pellicola lo chiedono, tra la provocazione e la risata, ai lettori di Written by: e raccontano come hanno cercato di andare al di la' del puro intrattenimento (e delle aspettative del pubblico) per raccontare in modo onesto una vicenda umana. Guardando ai finalisti del Writers Guild of America Awards, il bimestrale americano riscrive il 2005 come "The year of writing dangerously": la rottura delle regole stabilite dai guru della sceneggiatura accomuna infatti Stephen Gaghan (Syriana, petrolio, imperialismo e corporation raccontati a Hollywood), Paul Haggis e Bobby Moresco (Crash, sorgenti subdole di razzismo e e architettura multi-livello di storie interagenti), John Olson (A history of violence, traslazione del fumetto in analisi sociale) – che dice la sua sulle scene piu' controverse dell'ultimo film di Cronenberg, mentre Cliff Hollingsworth racconto la genesi di Cinderella Man.


www.wga.org/writtenby/writtenby.aspx

Il quadrimestrale Asian Cult Cinema piazza nel nuovo numero un'intervista al "Re di Bollywood" Ram Gopal Varma – produttore di piu' di trenta film, regista di oltre venti pellicole: dall'esordio con Shiva a Jungle e Company, fino agli imminenti Sholay e Sarkar 2 e dedica pensieri sparsi, impressioni e riflessioni a Takashi Shimizu, regista di The grudge (di cui sta girando il sequel, mentre e' gia' stato annunciato Ju-on: The grudge 3), e al suo Marebito, tra leggende metropolitane e presenze che infestano i bassifondi di Tokyo. What's wrong with this picture? Si chiedono poi i "ragazzacci" d'Oriente: alla sbarra c'e' Memorie di una geisha, passato al setaccio dall'analisi critica del japanese stylist Hideki Kanda. L'incontro con la star Toni Leung, infaticabile attore (The tigers, Come fly the dragon, God of guns, Hong Kong Express, Happy Together, In the mood for love, Hero, Infernal affairs, 2046), e' l'altro fiore all'occhiello di questa primavera per la rivista asiatica.


www.asiancult.com

Bellezza e brutalita': questo il binomio che descrive The proposition, il western made in Australia nato dall'incontro tra il regista John Hillcoat e il musicista Nick Cave – qui alla sua seconda sceneggiatura dopo Ghosts…of the civil dead – che raccontano a Sight and Sound com'e' nato e cresciuto il film. Ancora brutale, ma non interessato alla violenza in se' quanto all'approccio nichilista del "criminale" alla vita, e' il cinema del danese Nicolas Winding Refn, esplorato nel numero di marzo attraverso la trilogia Pusher, tra black humor e protagonisti "cool" sullo sfondo del cinema post-Tarantino. Il mensile punta poi su George Clooney – Good night, and good luck e Syriana, come dire la sintesi tra intrattenimento e impegno sociale – e sul ritratto del killer realizzato da Truman Capote in "In cold blood" e portato sul grande schermo da Bennett Miller: la fama del letterato e' assicurata, ma la sua salute mentale?


www.bfi.org.uk/sightandsound 

L'arte non conosce confini. E' lo stesso per i diritti degli artisti? Con questa domanda si apre la nuova stagione di Moviemaker, che racconta nell'ultimo numero la vicenda di La settima croce: a quasi dieci anni dalla morte del regista – il Fred Zinnemann di Mezzogiorno di fuoco, Da qui all'eternita' e Un uomo per tutte le stagioni – la magistratura italiana ha dichiarato colpevole il network "TV Internazionale" per aver mandato in onda una versione a colori del film – fatto denunciato come distorsione e violazione dell'integrita' dell'opera dal regista stesso, nel 1996. Dedicato a tutti i giovani cineasti e' l'approfondimento sulla post-produzione: pianificazione, tempi, costi e dieci regole d'oro…a cui si aggiungono ben cinquanta "golden rules" vergate da Wim Wenders: tra ironia e consigli, il mestiere di regista nelle parole dell'autore di Non bussare alla mia porta. Divertimento (e apprendimento) assicurati.


 www.moviemaker.com

Ancora Clooney, "l'uomo piu' pericoloso" di Hollywood secondo Total Film: la rivista la mette sul piano ironico e nota che il latin lover del cinema e' diventato politico – come dire, ha deciso di usare le palle per scopi piu' nobili…per i lettori che non hanno ancora subìto abbastanza traumi nella vita, il mensile britannico – piu' irriverente del solito nel numero di marzo – consiglia il terrorismo di Munich, mentre l'intervista del mese e' dedicata a Rob Reiner, che con i suoi Stand by me, Harry ti presento Sally, Misery non deve morire, Alex & Emma e l'ultimo Vizi di famiglia ha accompagnato sogni e incubi di un'intera generazione di spettatori. Infine, la tendenza sexy del cinema e' registrata e approfondita attraverso le pellicole piu' recenti (Basic Istinct 2, Casanova) e i personaggi che – dentro le sequenze piu' hard o sulla scena del jet-set cinematografico: da Marlene Dietrich a Sienna Miller passando per Jack Nicholson – hanno scritto la storia del sesso al cinema.


www.totalfilm.com

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