Cannes 67 – Il peso della tradizione

Molti straordinari cineasti presenteranno il loro film in questa edizione di Cannes 67. Certamente la conferenza stampa del direttore artistico Thierry Frémaux ha rivelato poche sorprese rispetto ai nomi che circolavano già da almeno un mese. Ma in fondo Cannes è questo: una conferma. La conferma di tutto il peso che la tradizione impone. Facciamo una rapida carrellata…

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Molti straordinari cineasti presenteranno il loro film in questa edizione di Cannes 67. Certamente la conferenza stampa del direttore artistico Thierry Frémaux ha rivelato poche sorprese rispetto ai nomi che circolavano già da almeno un mese. Ma in fondo Cannes è questo, una conferma: la conferma di tutto il peso che la tradizione impone.

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E allora (oltre al film d'apertura Grace di Monaco) ritorna in concorso la grande e attesa autorialità dei fratelli Dardenne con Deux Jours, Une Nuit interpretato da Marion Cotillard; David Cronenberg con il chiaccheratissimo Maps to the Stars e il duo francese Olivier Assayas e Bertrand Bonello con Sils Maria e Saint Laurent accompagnati dal ritorno di Michel Hazanavicius (The Search) che iniziò proprio a Cannes la lunga strada del suo The Artist. Tornano vecchie conoscenze quindi, questo è un festival sempre molto fedele alle sue "scoperte": i canadesi Atom Egoyan (Captive) e il giovane Xavier Dolan (Mommy) che proprio la Croisette ha fatto conoscere al mondo; poi Nuri Bilge Ceylan (Kis Uykus), Naomi Kawase (Futatsume No Mad), e i due grandi vecchi del cinema britannico Mike Leigh (Mr Turner) e Ken Loach (Jimmy's Hall). La pattuglia americana sarà rappresentata da due campioni della neo-classicità hollywoodiana: il western puro di Tommy Lee Jones (The Homesman) e il dramma storico/sportivo di Bennet Miller (Foxcatcher).

Poche le sorprese: sicuramente la bella notizia del film di Alice Rohrwacher (Le Meraviglie) unico italiano in Concorso, il russo già Leone D'Oro a Venezia Andrey Zvyagintsev (Leviathan), il giovane cineasta argentino Damian Szifron (Relatos Salvajes) e il regista mauritano Abderrahmane Sissako (Timbuktu) in rappresentanza del continente africano. Notizia a parte, forse la vera grande sorpresa di questo concorso, torna a Cannes il maestro Jean Luc Godard con la sua ultima sperimentazione filmata in 3D Adieu Au Langage.


Grandi nomi, ampiamente preventivabili, anche in Uncertain Regards: Mathieu Amalric, Lisandro Alonso, Pascale Ferran, Rolf De Heer e i due attori/registi Ryan Gosling (Lost River) e la nostra Asia Argento con l'eloquente titolo Incompresa. E poi in Fuori concorso Gui Lai di Zhangh Yimou.

C'è spazio, come sempre, anche per qualche attesa disillusa (Malick, Miike, Kim Ki Duk), ma nel complesso questo programma riesce decisamente a creare una fortissima attesa. Forse sulla carta leggermente inferiore a quello dello scorso anno…appuntamento dal prossimo 14 maggio per la verifica sul campo. 
 

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