I segreti di Osage County, di John Wells

i segreti di osage county
In questo melodramma familiare dallo stile classico esibito e rimarcato, costruito attorno ai duelli attoriali delle dive di due fra le più auree stagioni hollywoodiane, il ritorno a casa è quello del cinema stesso, alla ricerca di un legame smarrito con le proprie figure genitoriali, insensate, dispotiche e frustranti, origine e specchio della sua immagine attuale.

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i segreti di osage countyLe pianure sono uno stato della mente, commenta Julia Roberts, osservando il panorama nel tragitto che la riporta ad Osage County, nella casa natale, abitata dal fantasma di un padre appena scomparso – Sam Shepard, che si offre in un significativo cammeo – la cui assenza pesa tanto quanto la presenza invece fisica, ingombrante e prepotente, della madre Meryl Streep, matriarca tiranna minata da un cancro e dalle pillole.

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Ha ragione la Roberts: questo homecoming messo in piedi da uno degli autori teatrali più apprezzati della scena americana, il Tracy Letts amato dall'ultimo Friedkin di Bug e Killer Joe, è soprattutto un viaggio mentale, sostenuto dalla possente nostalgia di un passato più felice che sembra appartenere tanto ai protagonisti quanto alla stessa macchina del cinema.
Una mancanza accarezzata nel prologo dalle vecchie fotografie in bianco e nero, dai libri lasciati a prender polvere sugli scaffali su cui si proietta la scritta «a Weinstein film», rimando istintivo alla grande stagione degli anni Novanta dei due fratelli.

i segreti di osage countyIn Osage County, melodramma familiare dallo stile classico esibito e rimarcato, il ritorno a casa è quello del cinema stesso, alla ricerca di un legame smarrito con le proprie figure genitoriali, insensate, dispotiche e frustranti, origine e specchio della sua immagine attuale.

E' allora giusto che a instaurare un duello recitativo siano le dive di due auree stagioni hollywoodiane come Meryl Streep e Julia Roberts.

Tutto il resto – dagli assolati e afosi campi dell'Oklahoma ai comprimari di lusso – si fa evanescente fino a scomparire, mentre si impongono i loro duelli, i loro pezzi di bravura, che trovano l'apice nella lunga e spossante sequenza del pranzo, ben quaranta minuti, dove Hollywood si trova a dividere il companatico, fra gli interpreti del passato, del presente (con le facce nuove di Julianne Nicholson, da Boardwalk Empire, e Benedict Cumberbatch) e del futuro, incarnato dalla little miss sunshine ormai adolescente Abigail Breslin.

 

meryl streep julia roberts

Wells si confronta con un orizzonte mitico che va dai titanici scontri attoriali di Bette Davis e Joan Crawford in Che fine ha fatto Baby Jane, fino a quella che viene evidentemente avvertita come nuova era del classico, gli anni Novanta, epoca a cui il cinema contemporaneo dimostra di guardare con sempre più rimpianto (e il The Wolf of Wall Street scorsesiano ne è una conferma…).

Ed ecco che la scelta di chiamare per piccoli (e spesso insulsi) ruoli, come il marito di Barbara, Bill, o la sciocca Karen, gente del calibro di Ewan McGregor e Juliette Lewis, fino alla stessa Julia Roberts, volti simbolo dei '90, conferisce al film una interessante consapevolezza del suo essere costantemente inattuale, nel tentativo di riconsegnare alla narrazione il vertice della piramide gerarchica, di riportare in auge il Grande Romanzo Americano.

Questo drammone di incesti, segreti tortuosi e infelicità tra i campi sterminati che «dove vuoi scappare? Qui non c'è nulla», così auto compiaciuto della sua confezione, non è bello da guardare ma diventa paradossalmente interessante per quel che rivela sui nostri tempi, nella proposta di un cinema fragile, che ha paura di guardarsi allo specchio e ritrovarvi l'immagine temuta, odiata, sfidata della tradizione.

 

 

Titolo originale: August: Osage County
Regia:
 John Wells
Interpreti: Julia Roberts, Meryl Streep, Ewan McGregor, Benedict Cumberbatch, Juliette Lewis, Julianne Nicholson, Sam Shepard , Abigail Breslin, Dermot Mulroney, Margo Martindale
Origine: Usa, 2013 Distribuzione: BIM
Durata: 130'

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