Il mio amico Tempesta, di Christian Duguay

Riproduzione classica e sgangherata del consueto sodalizio umano-animale che trova nel sentimentalismo e nell’identificazione coi personaggi una sua rasserenante condizione d’innocuità.

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Un breve trafiletto di Telesette comparso all’interno di un vecchio numero della guida TV descriveva ironicamente la commedia biografica Io & Marley definendola prodotto “più per cinofili che per cinefili”. Un giudizio sferzante – peraltro evidentemente divertito – con cui l’anonimo recensore serrava arbitrariamente le porte di un fantomatico privè cinematografico stabilendo numero e “outfit” degli invitati. L’opera di David Frankel, esclusa forse a ragione dal computo delle “memorabili”, conservava però – e conserva tutt’oggi – una scintilla, un indice di riconoscibilità, un formulario a cui qualsiasi prodotto audiovisivo degli ultimi vent’anni basato sul sodalizio umano-animale ha convintamente aderito. Formulario secondo il cui solco si dispiega anche il nuovo lungometraggio di Christian Duguay Il mio amico Tempesta. 
Adattamento del romanzo francese “Tempête au haras” di Christophe Donner, il film ben si armonizza con la sensibilità narrativa di Flicka – Uno spirito libero, 8 amici da salvare, Mia e il leone bianco (di nuovo Mélanie Laurent), DumaBelle & Sebastien (e via dicendo). E alla storia di rivalsa della protagonista Zoé, nata in una scuderia e innamorata dei cavalli, ma costretta su una sedia a rotelle a seguito di un incidente, il regista intreccia qui l’adrenalina del mondo delle corse, insieme alle complicanze finanziarie che affliggono l’azienda della famiglia della ragazzina.
Relegare Il mio amico Tempesta (e compagni) a cinema di serie B, facendo leva sulle potenzialità evidentemente limitate di un’immagine poeticamente scarna, a poco, specie nei confronti di un prodotto che, per quanto simpaticamente sgangherato, trova nel sentimentalismo e nello spirito d’associazione al proprio paradigma di riferimento una sua ragion d’essere, un pubblico specifico.
In questo senso è allora affascinante osservare quanto la ripetitività di uno schema fisso possa in effetti risultare confortevole. E quanto Il mio amico Tempesta e suoi simili possano godere di una rasserenante condizione d’innocuità; a dispetto – o forse all’insegna – della propria ricercata mediocrità stilistica e narrativa.
Titolo originale: Tempête
Regia: Christian Duguay
Interpreti: Mélanie Laurent, Pio Marmaï, Carmen Kassovitz, Danny Huston, Hugo Becker, Kacey Mottet Klein, Charlie Paulet, June Benard, Carole Bouquet, Atmen Kelif, Antoine Cholet, Marco Luraschi
Distribuzione: Eagle Pictures
Durata: 109′
Origine: Francia, Canada 2023
La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
2.7
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Il voto dei lettori
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