Il posto, di Gianluca Vassallo

Una dichiarazione di poetica che parte dal materiale documentario ma si arena in un microcosmo di auto-fiction surreale che porta all’eccesso la declamazione enfatica della sua visione del mondo.

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La DEGW è una delle più importanti società di progettazione di luoghi di lavoro ed è stata fondata nel 1973. La filosofia di questa innovativa idea di design viene portata avanti a Milano dal 1985 all’interno di Lombardini 22. Gianluca Vassallo approfitta della commissione di un lavoro che celebri i 50 anni della DEGW per imbastire un percorso metanarrativo in cui mescola storia personale e finzione. La vicenda di Pietro (Michele Sarti) regista in crisi professionale e affettiva, indeciso se fare un Ocean’s Eleven geriatrico ambientato in Brianza, si interseca con i veri committenti della operazione documentaristica sulla DEGW, ovvero Alessandra Di Pietro e il direttore Alessandro Amato. Dal rumore bianco di un televisore d’epoca compare l’intervista di uno dei fondatori (John Worthington) a dimostrare una continuità tra il passato e il futuro.

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Gianluca Vassallo è molto coraggioso, ma rispetto al convincente La sedia (2023) qui porta all’eccesso la declamazione enfatica della sua visione del mondo. Ogni dialogo è impostato in maniera teatrale, molti personaggi parlano attraverso citazioni, pescatori e massaie sentenziano come filosofi new age. Di fronte a questo uso così ipertrofico della recitazione, sparisce la geniale idea di fondo di mescolare la storia familiare con un edificio progettato proprio dalla DEGW, ovvero l’open-space dell’IBM a Milano. Qui, nel 1975, in un luogo disegnato come un luogo-paesaggio, si incontrano e si innamorano Giampaolo e Luisa, i genitori di Pietro. Vorremmo interessarci a questa storia italiana di designer di successo, vorremmo sapere di più sulla passione che ha portato a concepire una idea così innovativa. Invece siamo trascinati nella solita vicenda dell’intellettuale genio incompreso, diviso tra Camilla (Bianca Maria Lay) fidanzata comprensiva e Clara (Tiziana Troja) amante inquadrata in un bacio da telenovela sudamericana. Dudo (Renzo Cugis), la proiezione delle motivazioni di Pietro, e Maresca (Angelo Zedda) il produttore ossessionato dal comunismo, non funzionano come personaggi di contorno continuando a “parlarsi addosso”. Intelligente invece la idea di fare scorrere le immagini di Milano con in sottofondo la conversazione tra Alessandra e Pietro; molto toccante la rievocazione attraverso le fotografie della storia d’amore nata in IBM che ha resistito nel tempo. Le parti più riuscite sono proprio quelle finali, quando il filo invisibile del cinema riesce a connettere due mondi apparentemente lontani.

Montato, sceneggiato, musicato, fotografato e diretto da Gianluca Vassallo, Il posto è una dichiarazione di poetica che parte dal materiale documentario per arenarsi in un microcosmo di auto-fiction surreale. È indubbia la bravura tecnica del regista (classe 1974) ma questa volta avrebbe dovuto fare un passo indietro per lasciarci intravedere la Storia.

 

Regia: Gianluca Vassallo
Interpreti: Michele Sarti, Bianca Maria Lay, Renzo Cugis, Angelo Zedda, Tiziano Polese, Emilio Puggioni, Alessandra Di Pietro, Tiziana Troja
Distribuzione: NoClaps
Durata: 90′
Origine: Italia, 2024

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
2.2
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Il voto dei lettori
5 (1 voto)
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