inizioPartita. Assassin’s Creed: Valhalla (PS4) – La genderizzazione degli Assassini

L’ultimo capitolo della saga Ubisoft, come il suo protagonista norreno, razzia dai suoi colleghi per muovere all’assalto dell’attualità non disdegnando di costruire nuovi insediamenti identitari

--------------------------------------------------------------
CORSO DI SCENEGGIATURA ONLINE DAL 6 MAGGIO

--------------------------------------------------------------

Dopo il primo film girato in pandemia ed appena sbarcato su Netflix ecco che anche il mondo videoludico lascia che una delle sue più attese killer application s’inserisca nell’irrelato mondo audiovisuale post Covid-19. E che a farlo sia l’ultimo episodio della saga che sin dal 2007 ha senza imbarazzo alcuno re-interpretato innovazioni sviluppate altrove può essere in certo qual modo forzato ad emblema significante di questo tormentato presente. D’altronde che Assassin’s Creed: Valhalla voglia cavalcare la tigre (virale) si palesa definitivamente alla quinta ora di gioco, quando tra le email del laptop di Layla Hassan – personaggio il cui ritorno probabilmente chiude la trilogia cominciata con Assassin’s Creed: Origins e Assassin’s Creed: Odyssey – leggiamo con sgomento che anche le ricerche sull’Animus sono state rallentate dalla diffusione del Coronavirus. In realtà questo dodicesimo episodio sviluppato da Ubisoft Montreal e pubblicato da Ubisoft il 10 novembre 2020 su Microsoft Windows, PlayStation 4, Xbox One, Xbox Series X/S e come cloud gaming su Google Stadia e Amazon Luna sceglie di far infettare a più livelli sia il suo immaginario che la sua struttura dal presente, reale e videoludico che siano. Per quanto riguarda il primo punto la più grossa novità è rappresentata dalla fluidità gender del suo protagonista Eivor: il giocatore può scegliere di impersonare la versione maschile, quella femminile ed addirittura cambiare il proprio sesso nel corso della campagna o lasciare che sia l’IA stessa a determinarla in base a determinate caratteristiche (forza, stamina, etc). Interessante il pretesto narrativo messo in atto per giustificare una scelta che vuole stare al passo coi tempi sia socialmente che dal punto di vista del gameplay: l’Animus non riesce a decifrare correttamente l’evento che funge da prologo perché i ricordi di Morso-di-Lupo che fungono da prologo sono rovinati. L’identità per un videogioco mainstream del 2020 non è ancora determinabile dal singolo a suo piacimento ma dagli errori di lettura di un sistema imperfetto che ove funzionasse a dovere continuerebbe ad assegnare patenti sessuali vecchie millenni.
Per fortuna è il comportamento stesso del guerriero norreno del Clan del Corvo a superare tale rigidità ideologica riuscendo avvincente sia come uomo che come donna: Eivor nel corso delle circa quaranta ore necessarie a completare la main-quest porterà a termine la sua lotta contro l’Ordine degli Antichi mozzando teste e vivendo perfino amori misti (elemento meno centrale rispetto al precedente Odyssey che poteva invece essere sfruttato con più decisione) senza farsi mai condizionare dalla sua momentanea biologia. Nemmeno dal punto di vista tecnico la software house coglie appieno le potenzialità ludiche dell’identità non binaria: essa non modifica gli eventi né lo stile di lotta né la crescita dello skill-tree ma appena qualche linea di dialogo.

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE UNA SERIE TV DALL’8 MAGGIO

--------------------------------------------------------------

L’altra grande novità introdotta da Assassin’s Creed: Valhalla è l’introduzione di una robusta componente strategica alla Civilization. Eivor e il suo clan dovranno infatti non solo saccheggiare monasteri in assalti all’arma bianca annunciati da un potente corno ma dovranno muoversi anche più felpatamente tra gli intrighi politici dei quattro regni d’Inghilterra che vogliono conquistare. Dall’action e il parkour degli esordi alla componente RPG ed open world di quest’ultima trilogia fino alla creazione di tattiche per allargare il predominio del proprio insediamento, sembrerebbe che della primigenia faida tra Assassini e Templari sia rimasto ben poco. Ed in effetti ad essere sacrificata è proprio l’iconica componente stealth che seppur veda la presenza della Lama Celata e del Cappuccio con cui nascondersi alla vista dei nemici li tratta quasi da feticci fandomici. Le città in cui poter esercitare le proprie doti da killer silenzioso sono solo tre (Londra/Londinium, Winchester/Wincestre e York/Jorvik) mentre ad essere privilegiata è l’esplorazione pura dei fiordi norvegesi e delle campagne inglesi.
Da questo punto di vista il paragone immediato è con The Witcher 3 e l’imprescindibile Red Dead Redemption 2, due dei giochi più immersivi dell’ultima generazione. Se a livello di side-quests Valhalla si pone allo stesso livello dei suoi competitors, arrivando anche a toccare insospettate vette con avvincenti minigiochi come i dadi Orlog (che arriveranno perfino in edizione fisica!) e le potenti gare di bevute, è proprio nello sviluppo principale a rimanere un passo indietro. L’esigenza di incapsulare la grande saga norrena di Eivor all’interno del brand Assassin’s Creed ne depotenzia l’afflato epico, costringendolo a più riprese nei binari della ricerca sugli Isu compiuta da Layla Hassan nel presente. La struttura a cornice non riesce ad evitare che Raventhorpe, l’accampamento da amministrare ed in cui riposarsi dalle fatiche di lunghi viaggi in drakkar, risucchi l’attenzione del giocatore facendogli desiderare di poter skillare le parti inerenti il Bastone di Hermes. Lo stratificato sviluppo dell’avatar vichingo – il cui sistema di crescita ricorda in più punti la sferografia di un JRPG alla Final Fantasy – mal s’amalgama con quello essenziale dell’ex dipendente della Abstergo Industries che cerca di riviverlo. Come Eivor che ad un certo punto scopre la natura illusoria del Valhalla forse per Assassin’s Creed è giunto il momento di lasciar cadere il velo del lore originario e re-inventare sé stesso piuttosto che le linee temporali. Facendosi aiutare dalla fluidità esistenziale di Morso-di-Lupo che supera i paletti di genere non temendo di scoprirsi Altro dai suoi predecessori.

Requisiti PS4:
– Da utilizzarsi con (consigliato): PlayStation 4 Pro (1 TB)
– Dispositivo di controllo: DualShock 4 Wireless Controller
– Internet: Richiesta connessione internet stabile per scaricare gli aggiornamenti
Voto: 80/100
Tipologia: open world, RPG
Produttore: Ubisoft
Sviluppatore: Ubisoft
Distributore: PlayStation Network

--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array