Joachim Lafosse sul traffico di minori
Un film ispirato al processo appena terminato
Joachim Lafosse continua a ispirarsi alla cronaca.
Dopo A perdre la raison, presentato a Cannes 65 (la recensione), con Tahar Rahim e Émilie Dequenne, ispirato a una vicenda di infanticidio, il regista belga si prepara a girare un nuovo lungometraggio ispirato al processo all'associazione umanitaria francese Arche de Zoé, accusata di aver operato nel traffico dei minori.
Alcuni membri dell'associazione nel 2007 sono stati accusati di aver sequestrato 106 bambini del Ciad, spacciandoli per "orfani del Darfour" pronti ad essere adottati dalle famiglie europee. In realtà pare che i bambini siano stati comprati per pochi soldi dai capi villaggio, o sottratti alle loro famiglie. Il processo, apertosi il 3 dicembre, si è concluso il 12 dicembre 2012: la sentenza definitiva a febbraio del prossimo anno.
Questo sarà il sesto film di Lafosse, già autore di Elève libre, Folie privée, Ca rend heureux, Nue propriété e A perdre la raison. (m.p.)