La stranezza, di Roberto Andò
Il film racchiude in unico sguardo teatro e cinema e racconta in maniera tragicomica di come Pirandello abbia trovato sei personaggi in cerca d’autore. Un film leggero e profondo. Grand Public

Il cinema ed il teatro non sono cose troppo diverse nel lavoro di Roberto Andò, ed in questo film si baciano, con delicatezza, fino a restare contaminati da una sola ispirazione. L’ispirazione. È quello che cerca Luigi Pirandello, storie e personaggi che lo perseguitano, affollano la sua testa, cercano un ruolo. Semplici fantasmi nati dalla fantasia dell’autore, spesso abortiti, condannati a girare a vuoto prima di trovare posto nel mondo e farsi materia di sogno e ricordi.
Quando arriva a Catania il maestro sente qualcosa, un turbamento, una stranezza. Viene da lontano, scuote la memoria, percepisce la membrana del corpo, come un utero dalla quale essere espulsa per donargli finalmente sollievo. In città Pirandello scopre della scomparsa della tata e decide di occuparsi della dipartita, così conosce Sebastiano Vella e Onofrio Principato, due cassamortari con la passione del teatro, ed in procinto di allestire una rappresentazione. Il regista affianca la morte e lo spettacolo, le voci dei vivi ed il silenzio dei cadaveri, matrimoni e funerali, con la Sicilia a fare da sfondo. La terra descritta da Sciascia, ostinata ed omertosa, piena di corruzione, incapace di sentirsi vittima per non attirare attenzione e salvare le apparenze. Gravida di continue meraviglie, di bugie e baci rubati lontano da occhi indiscreti. Poi c’è il cuore che sente e vede tutto: l’artista preoccupato della follia della moglie, l’innamorato non corrisposto, le relazioni fedifraghe e tutto l’universo muto delle emozioni, restio alle parole.
Gli umori si inseguono, dalle risate nasce il pianto, e la leggerezza del racconto si stende ora qui ora là. Servillo (già diretto dal regista in altre due occasioni, Le confessioni e Viva la libertà) stavolta non interpreta la parte dell’istrione, è più dimesso, riflessivo, e lo stesso dicasi per Ficarra e Picone che offrono una performance tragicomica. Dentro il microcosmo del palcoscenico sono presenti tutti gli aspetti fondamentali dell’esistenza, i successi e le delusioni.
Lo sguardo di Andò gioca con le ossessioni, la passione, l’idolatria, attraverso pareti mobili ed eteree, crea una sorta di dormiveglia su un piano che contiene finzione e realtà fino a fonderli. L’arte rompe ogni schema, rende ogni etichetta convenzionale, distrugge i distintivi e le rivalità, cancella l’idea di polverosi professori a distribuire premi. Ascolta il respiro e la saggezza della tradizione, le superstizioni, osserva la banalità, poi osserva il processo di trasformazione del materiale umano nella sua forma sublime. La stranezza è un film che parla a tutti, con leggerezza ed umiltà, di un processo creativo, e costruisce un quadro verosimile, dimostrando come ogni storia possa essere raccontata. Basta scegliere le persone giuste per farlo.
Regia: Roberto Andò
Interpreti: Toni Servillo, Salvo Ficarra, Valentino Picone, Giulia Andò, Rosario Lisma, Aurora Quattrocchi, Donatella Finocchiaro, Galatea Ranzi, Fausto Russo Alesi, Filippo Luna, Tuccio Musumeci, Luigi Lo Cascio, Renato Carpentieri
Distribuzione: Medusa
Durata: 103′
Origine: Italia, 2022