"Manoel De Oliveira è un grande rivoluzionario che mette in discussione le regole che governano le nostre società": Gebo et l'ombre

Gebo et l'ombre, di Manoel de Oliveira
"Prima di ogni altra cosa, il film è uno specchio della società contemporanea. Se il denaro manca, è perchè qualcuno lo ha rubato." Così Manoel de Oliveira presenta il suo ultimo Gebo et l'ombre

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 Gebo et l'ombre, di Manoel de Oliveira

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Gebo et l'ombre è la storia di un patriarca onesto, povero, che si sacrifica per proteggere suo figlio. Ma sia il padre che e il figlio, come vedremo, sono sospesi in un'ambiguità difficile da districare: quest'ultima opera del maestro portoghese si anticipa come una riflessione profonda sulla natura umana, sulla necessità della sopravvivenza e sulla miseria, calata nella realtà delle nostre società contemporanee anche se ambientata alla fine del 19°secolo.

"Un amico mMichael Lonsdale e Ricardo Trêpa - Gebo e João in GEBO ET L'OMBRE di Manoel de Oliveirai chiedeva perché non girassi un film sulla povertà. Gli rispondevo sempre che sarebbe stato troppo difficile da realizzare, a meno che non diventasse un documentario in grado di mostrare diverse forme di povertà. Poi mi è venuta in mente la pièce di Raul Brandão, Gebo et l'ombre: parla di povertà e di onestà." racconta de Oliveira.

Malgrado sia ormai anziano e affaticato, Gebo (Michael LansdaleUne vieille maîtresse, Uomini di dio, Les hommes libres, Il villaggio di cartone) continua l'attività di contabile per mantenere la sua famiglia. Vive con la moglie Doroteia che vive nel culto del loro figlio, João (Ricardo Trêpa) fuggito abbandonando Sofia (Leonor Silveira presenza fissa nel cinema di Oliveira, ha interpretato tra gli altri Porto da Minha Infância, Il principio dell'incertezza, Specchio magico, Un film parlato Singolarità di una ragazza bionda). Quando João riappare improvvisamente, tutto muta…

In Gebo et l'Ombre de Oliveira ha voluto due icone femminili: Jeanne Moreau (che non ha mai abbandonato il grande schermo (ultimamente diretta da Tsai Ming-Liang in Visage, e ha appena terminato Une Estonienne à Paris, storia di un'anziana donna disperatamente perduta nel ricordo del suo amore) nei panni di Candidinha, un personaggio al quale sono affidate una punta di umorismo e il compito di fornire uno sguardo dall'esterno sulle vicende della famiglia.
Jeanne Moreau e Claudia Cardinale in GEBO ET L'OMBRE di Manoel de OliveiraE Claudia Cardinale, che interpreta Doroteia, la moglie di Gebo, e racconta di aver incontrato de Oliveira alla Mostra del Cinema di Venezia, dove il maestro la definì pubblicamente la sua attrice italiana preferita.
Nel cast c'è anche Luís Miguel Cintra, già diretto tra gli altri film in La valle del peccato (1993) A Caixa (1994) La lettera (1999).

Definito uno dei film più minimalisti del grande cineasta, quasi un atto unico – Gebo et l’ombre, secondo Mathias Lavin e António Preto dei dei Cahiers, è un opera spoglia, di quella "semplicità che i grandi registi, come per esempio Bergman, raggiungono nella maturità" e fa della sua radicalità un richiamo alla crisi economica contemporanea: un aspetto confermato dallo stesso de Oliveira, intervistato a Porto dopo aver concluso Gebo – ultracentenario instancabile che sta lavorando contemporaneamente ad altri due film, il lungo A Igreja do Diabo e il cortometraggio Metrópole Conquistadora, Conquistada, parte di un lavoro collettivo con Godard, Costa, Erice e Kaurismäki.

"Il tutto si riduce alla natura, e la natura è la fame. La fame è il motore di tutte le cose: non puoi fare a meno di mangiare […] Prima di ogni altra cosa, il film è uno specchio della società contemporanea. Se il denaro manca, è perchè qualcuno lo ha rubato. Non so come finirà il mondo, e io non ci sarò per rendermene conto. Mi piace una frase di Ortega y Gasset, che ho inserito in O Estranho Caso de Angélica: 'L'uomo è le sue circostanze'.MANOEL DE OLIVEIRA sul set di GEBO ET L'OMBRE
A volte leggiamo delle cose orribili sui giornali, per esempio di omicidi, e ogni volta non possiamo fare a meno di chiederci: 'nelle stesse circostanze, farei la stessa cosa?'. Questa è una domanda terribile. Le circostanze sono determinanti, esercitano una forte influenza sul comportamento umano. 
Ma non credo che questa sia l'apocalisse. Semplicemente, la natura umana non è buona."

Lavin e Preto vedono nel film anche una nuova riflessione sulla storia portoghese, in un bel testo critico pubblicato nel pressbook del film:

"Fin da No, o la folle gloria del comando (1990) passando per Parola e utopia (2000) e Cristóvão Colombo – O Enigma (2007) de Oliveira ha messo costantemente in discussione l'immaginario storico del suo paese". Lavin e Preto osservano che in Gebo et l'ombre João, il figlio, è una sorta di messia, una nuova incarnazione di Dom Sébastien – il re di O quinto império, avvertito come l'unico in grado di tornare a ripristinare il potere del Portogallo –  e l'attore che lo interpreta non a caso è lo stesso, Ricardo Trêpa, nipote e attore prediletto di de Oliveira. "Ma invece di portare con sè ordine e armonia, stavolta il suo ritorno crea un disastro".
 
Per il protagonista la verità è un dovere morale. Eppure, proprio i suoi principi lo costringono a mentire.

Il poster di GEBO ET L'OMBRE, di Manoel de Oliveira"A differenza del padre, João rivendica una vita libera. Nel dilemma morale che sta alla base del film non c'è nulla di semplicistico o moraleggiante: Gebo è fedele ai suoi principi, ma permette che la menzogna regni nella sua famiglia, specialmente nella mente di sua moglie, che ha idealizzato il figlio fuggitivo. Il suo sacrificio può essere messo in discussione, come una forma di egoismo, così come la figura di João non è rappresentata come quella di un criminale […]

[…] De Oliveira è anche un grande rivoluzionario che mette in discussione le regole che governano le nostre società: entrambi i personaggi, il padre e il figlio, confondono morale e denaro, e il significato delle loro azioni resta problematico. Se le nostre vite sono governate dal denaro, sembra dire de Oliveira, la questione di una scelta autentica è distorta in partenza."

Gebo et l'ombre è anche un film sull'intensità dell'attesa: "I miei personaggi aspettano che qualcosa accada, e nello stesso tempo che non accada niente di brutto. Come si dice nel film, la felicità è quando non succede niente. Nei miei film sembra che non accada nulla, eppure le cose importanti arrivano! Come si può spiegare la vita? La vita non si spiega, la vita scorre".
 
Gebo et l'ombre, coproduzione tra la portoghese O Som e a Fúria e la francese MACT, è uno dei titoli quasi certamente presenti alla 69° Mostra del Cinema di Venezia (29 agosto – 8 settembre 2012).

Tutte le immagini, in anteprima, nella nostra gallery.

 

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