The Offering, di Oliver Park

Ambientato all’interno di una comunità ebraica, il film racconta una buona storia dell’orrore che però sembra rimanere intrappolata nello stereotipo di genere.

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Alla ricerca di un film dell’orrore capace ancora di sorprendere, la Millennium Media decide di affidare al britannico Oliver Park la regia di un film ambientato all’interno di una comunità ebraica ortodossa popolata da demoni e stregoni, in un mondo fatto di riti religiosi e tradizioni antiche. The Offering si aggiunge al filone dei film horror ebraici, quasi sovrapponendosi, per contesto, a The Vigil – Non ti lascerà andare (2019) di Keith Thomas, presentando molte analogie anche con It Follows (2014) di David Robert Mitchell, per l’ostinazione dello spirito demoniaco che si attacca alla propria vittima.

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Arthur torna a New York, nella sua casa di famiglia, portando con sé la moglie Claire, incita da diversi mesi. Mentre il padre Saul, direttore di un obitorio chassidico la cui attività si svolge nei piani inferiori della casa, sembra volerlo riaccogliere, un’accoglienza più fredda lo attende da Heimish, dipendente, che presto capisce la vera natura della visita di Arthur. Le divergenze familiari non sono però l’unico problema, poiché nel corpo di un uomo anziano portato alle pompe funebri si nasconde il demone noto come ‘il rapitore di bambini’, che ha in serbo un terribile e infausto piano per il bambino in arrivo.

Oliver Park realizza un horror a sfondo religioso muovendosi all’interno di una comunità che offre al film l’opportunità, seppur traballante, di osservare alcune usanze e credenze poco esplorate al cinema. La gestione della trama, scritta da Hank Hoffman e basata sul racconto popolare ebraico di Abyzou, non riesce a generare un’apprezzabile tensione seppur pervaso da un’atmosfera cupa in chiave funerea e ben fotografata dall’italiano Lorenzo Senatore. La regia di Park si imbatte, per gran parte del tempo, nello stereotipo di genere con improvvise cascate sonore, muovendo le tele di una buona storia dell’orrore che però sembra rimanere intrappolata da qualche parte. Solo nell’ultima mezz’ora (e forse troppo tardi) arriva il colpo di coda che mette in moto alcune suggestive dinamiche degne di quei film horror ambientati in case infestate da spiriti feroci. Il demone rivela le sue intenzioni e i due protagonisti, che finora soffrivano di un deficit d’identità, sono costretti a lottare tra la vita e la morte, tra il normale e il paranormale, fino ad un finale non banale che abbraccia il maligno.

Titolo originale: id.
Regia: Oliver Park
Interpreti: Nick Blood, Emily Wiseman, Paul Kaye, Allan Corduner, Jonathan Yunger, Daniel Ben Zenou, Nathan Cooper, Velizar Binev
Distribuzione: Vertice360
Durata: 93’
Origine: USA, UK, Bulgaria 2022

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
2.6
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Il voto dei lettori
3.4 (10 voti)
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