"Più che della malavita è il fascino della notte del sud, con i suoi colori vividi che era affascinante raccontare". Incontro con Alessandro Piva

Dopo aver esordito con "LaCapagira", il cinesta pugliese Alessandro Piva presenta "Mio cognato", suo secondo lungometraggio, con Sergio Rubini e Luigi Lo Cascio protagonisti che guarda da una parte a "Il sorpasso" di Risi ma in cui sono presenti anche riferimenti a De Sica e Kurosawa

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Il film non sarà una derivazione del Sorpasso?

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Avevo vari modelli in testa ma ho cercato di mantenere qualcosa di mio. Oltre al Sorpasso, a Scorsese, pensavo anche a Ladri di biciclette e soprattutto a Cane randagio di Kurosawa. Non mi pesano questi paragoni, nè vanno sottovalutati: come nel Sorpasso anche qui c'è una macchina che rappresenta un simbolo, un modo di essere, ma ci sono tante cose diverse.


 


Perchè questa storia?


Chiunque sia di Bari ha avuto un furto d'auto e anche più di uno. Però più che della malavita è il fascino della notte del sud, con i suoi colori vividi che era affascinante raccontare, anche se poi al cinema piace che sia popolata di loschi individui. Il nostro è un lavoro di invenzione su una base realistica, sicuramente ci sono suggestioni e storie prese dalla realtà, ma grande spazio è data all'invenzione. Mi hanno sempre colpito le situazioni di vita vissuta, anche serissime, nelle quali si è portati al sorriso da particolari "di scena" quasi irrilevanti; sono questi per me, a veicolare in un film la più grande carica ironica e "distorsiva" della realtà.


 


Qual'è stato il rapporto con gli attori?


Questa volta abbiamo avuto a che fare anche con attori famosi e di grande professionismo. Oltre a Lo Cascio e Rubini, anche gli altri sono attori professionisti scelti dai teatri e dalle tv locali, ma non mancano i cosiddetti attori di strada. La promiscuità è alla base del film.


Rubini aveva un compito più semplice, doveva aggiungere al suo personaggio. Lo Cascio era un pò terrorizzato perchè il suo personaggio non doveva fare nulla. La sorpresa è stato lo scarso apporto creativo sul set. Gli attori bravi vogliono un bel copione, bei dialoghi, si aspettano il lavoro già fatto.

Quanto di diverso c'è nel tuo secondo film?


Questo film è 20-30 volte più costoso del primo. Mi ha sicuramente posto più problemi. La sfida è stata quella di mantenere un'originalità nello sguardo. Credo che il cinema debba essere utile. LaCapagira è stato infatti un punto di riferimento per altri che hanno utilizzato le nostre strade e le nostre città in maniera più decisa.


A conti fatti, sono molto soddisfatto del lavoro svolto. Secondo me è un film per cui valga la pena spendere due parole quando usciamo dalla sala.


Oltre al budget produttivo più cospicuo, credo che non vi siano sostanziali differenze tra i miei due film. Ho utilizzato anche gli stessi collaboratori artistici. Anche la fotografia e la musica sono curate dalle persone di LaCapagira.


 


Progetti per il futuro?


Ho delle idee. Il mio prossimo progetto però sarà legato all'esito di questo film.

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