L'Oriana, L'Ulisse che non poteva essere Penelope. Incontro con Marco Turco e il cast

L'Oriana di Marco Turco

Questa mattina presso il multisala Barberini di Roma si è tenuta la presentazione dell'ultimo lavoro di Marco Turco. Un film che tenta di affrontare la complessità di Oriana Fallaci al cinema dal 3 febbraio in versione accorciata rispetto la mini-serie tv che sarà trasmessa su Rai1 il 16 e 17 febbraio alle 21.15. Insieme al regista, ci sono stati anche Vittoria Puccini e Vinicio Marchioni

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L'OrianaMarco Turco ha presentato questa mattina, in anteprima, presso il multisala Barberini di Roma il suo L'Oriana, dedicato alla figura controversa della giornalista e scrittrice, Oriana Fallaci. Sarà al cinema dal 3 febbraio in versione accorciata rispetto quella televisiva che sarà trasmessa il 16 e 17 febbraio su Rai1 alle 21.15.

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Figura controversa perchè come hanno dichiarato gli stessi scenaggiatori: ci siamo resi conto che non conoscevamo veramente la figura di questa donna. Abbiamo scoperto una persona molto complessa, non catalogabile, libera. Molti partiti hanno cercato di farle calzare il proprio cappello. Furibonda, capace di covare dentro una rabbia straordinaria diretta contro gli altri a volte ingiustamente, ma dotata anche di grande ironia, forse un'eretica come ha dichiarato Stefano Rulli. Una cittadina del mondo, più che un'italiana o una fiorentina, motivo per cui le location sono state dislocate tra la Tunisia, la Grecia, Italia, ma è anche il primo film in assoluto girato in Vietnam sul Vietnam. Nasce da una co-produzione Rai Fiction e Tv Fandango.

 

 

Qual'è stata la chiave di lettura più adeguata per mettere in scena la vita di Oriana Fallaci?

Eleonora Andreatta (direttore Rai Fiction): La biografia della protagonista è complessa sia per la quantità di scritti che per il fatto di aver attraversato molte vicende storiche. Per poter portare in scena questa mole di documenti e vicende abbiamo individuato due chiavi di lettura. Da un lato la vocazione per la scrittura che si porta dietro sin da bambina, dall'altra la natura da lottatrice e combattente a partire dalla Resistenza (14 anni).

 

 

Perchè un film su Oriana Fallaci?l'Oriana il film di Marco Turco

Domenico Procacci: Tutto è iniziato con Un uomo, di cui ho ottenuto un'opzione di diritti per lo sfruttamento dell'opera, grazie a questo ho conosciuto Edoardo Perazzi, nipote di Oriana, che mi ha parlato di lei. Da qui è partita l'idea di realizzare un film sulla vita della Fallaci. Il mio primo lavoro per la tv, ma la regia di Marco Turco mi ha permesso di avere fiducia in questo 'nuovo' mezzo.


 

Come si fa a portare una vita in un film?

Marco Turco: E' un'impresa. Quando sono stato chiamato a dirigere era già stata stesa la sceneggiatura e la sua analisi mi ha fatto comprendere che avrei dovuto mettere in campo uno sforzo produttivo enorme per realizzare il progetto. Le location sono moltissime in giro per il mondo e non abbiamo potuto semplificarle perchè rappresentative dell'essere cittadina del mondo. Abbiamo fatto un lavoro di sintesi per cercare d'individuare i momenti salienti della vicenda Oriana, passagi della sua esistenza capaci, con la loro spettacolarità, di descrivercela come una vita contro, sempre in conflitto, in opposizione a qualsiasi rigidità mentale ma anche nel modo più semplice e asciutto come la sua scrittura.

Sandro Petraglia: Ci siamo resi conto che non conoscevamo veramente la figura di questa donna. Abbiamo scoperto una persona molto complessa, non catalogabile, libera. Molti partiti hanno cercato di farle calzare il proprio cappello. Furibonda, capace di covare dentro una rabbia straordinaria diretta contro gli altri a volte ingiustamente, ma dotata anche di grande ironia. Se in Don Milani e Perlasca abbiamo realizzato un arco temporale delle vicende umane molto concentrato ciò non è stato assolutamente possibile con la Fallaci

Stefano Rulli: E poi diciamoci la verità…ci piace raccontare gli eretici, personaggi difficilmente inquadrabili e Oriana è fra questi 'capostipite' di quella scuola che decide d'intervenire direttamente scrivendo io.

 

 

Quale Oriana ha richiesto più impegno?

Vittoria Puccini: Ogni parte della sua vita, sia la prima 'progressista' che la seconda 'meno'. É stata una sfida totale e ho preso spunto dal suo modo di affrontare le sfide con determinazione incosciente. Conoscevo il suo lavoro ma non avevo letto i suoi libri. Studiando mi è sembrata una Forrest Gump al femminile, sempre in mezzo alla storia e con la differenza che se il primo ci si ritrova casualmente, lei lo ha scelto convintamente.

 

V. PUCCINI e V. MARCHIONI in L'OrianaCome hai affrontato il personaggio di Alekos Panagulis (protagonista del libro Un Uomo) leader rivoluzionario contro la Grecia della dittatura dei colonnelli (1973)?

Vinicio Marchioni: Mi sono affidato a Marco e alla sceneggiatura, basati sulle parole di Oriana. Poi mi sono detto che probabilmente quest'uomo non era altro che il residuo filtrato dagli occhi della Fallaci. Ho scoperto che dentro di sè conteneva un mondo, 10-15 uomini probabilmente, anarchico, spinto da una grande fiamma verso la vita ed al comtempo verso la morte, ma anche ingenuo, dominato dalla follia d'inseguire con coerenza maniacale la sua libertà. Incontra dopo cinque anni di prigionia nel suo primo giorno di libertà una donna altrettanto animata da una libertà sovraumana, non potevano che bruciare insieme al massimo grado, anche se credo si amassero già da prima, ognuno aveva sentito parlare o letto dell'altro

 

 

Se la Fallaci avesse visto il vostro film le sarebbe piaciuto dato che non voleva essere rappresentata al cinema tanto è vero che disse di no a Redford e Cimino?

Vittoria Puccini: Ho cercato di essere molto rispettosa della sua vita nella messa in scena ma credo che se fosse viva sarei terrorizzata, però mi farei massacrare.

Marco Turco: Ci avrebbe massacrato ma quando ho cominciato a girare, pur dicendomi che sarebbe stata un'impresa, ho cercato di affidarmi alle sue parole dedicate alla passione verso ciò che si fa; così mi sono detto che se le avessi seguite non avrei potuto temere nulla

 

 

La storia con Panagulis occupa gran parte dell'arco temporale filmico mentre la battaglia contro l'Islam (soprattutto alla luce dell'attualità) appare una parentesi minore, come mai questa scelta ed esiste una differenza, su questo punto, tra la versione al cinema e quella che vedremo in televisione?

Sandro Petraglia: Il filo conduttore anti Islam percorre l'intera esistenza della Fallaci. Nella versione lunga per la televisione troverete un maggior equilibrio tra le parti di cui lei chiede. Vedrete che nella prima parte abbiamo cercato di cogliere il legame sentimentale che la unisce al padre e da cui dipende la scelta di essere giornalista. Nella seconda (La rabbia e L'Orgoglio) il nemico dentro di sè (il tumore) diventa simbolico del nemico fuori (Islam: Jad). Una doppia battaglia per la vita, la sua legata a doppio filo alla battaglia per la difesa della civiltà (occidentale).

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