66° Festival di Cannes: i soliti (ig)noti

joaquin phoenix e marion cotillard in The Immigrant

Registi che sono nomi ricorrenti del festival, new entry, ritorni improvvisi. Rapida radiografia dei cineasti in competizione. Si passa così ad autori che appaiono indissolubilmente legati a Cannes (Coen, Sorrentino, Gray, Desplechin) ad altri che potrebbero diventarlo in futuro (Refn) fino ai nuovi arrivati da Venezia (Kechiche) e Berlino (Farhadi)

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joaquin phoenix e marion cotillard in The ImmigrantMolti rumors che si rincorrevano e rimbalzavano da un paio di mesi sono state confermate. E dell'un italiano e mezzo in gara (tutto Paolo Sorrentino più il mezzo Valeria Bruni Tedeschi visto che il suo film è di produzione francese), quello intero, cioè La grande bellezza appariva già un"film da concorso annunciato" dal momento in cui hanno spostato l'uscita italiana al 23 maggio. Ma altri titoli della competizione erano ampiamente prevedibili: Only God Forgives di Nicolas Winding Refn, Nebraska di Alexander Payne, The Immigrant di James Gray, Le Passé di Asghar Farhadi e soprattutto i fratelli Coen con Inside Llewin Davis.

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Sorprende invece la presenza in "Un certain regard" di due film che, pur tra conferme e smentite, potevano anche loro contendersi la "Palma d'Oro": The Bling Ring di Sofia Coppola e Les salauds di Claire Denis.

Quindi il Festival di Cannes conferma la regola di puntare su alcuni dei suoi fedelissimi nomi sicuri in cartellone. Che se da una parte da prestigio e fa crescere l'attesa, dall'altra però si corre il rischio che molti nomi affermati possono deludere presentandosi in molti con alcune delle loro opere meno ispirate. Il responso definitivo lo avremo il 26 maggio, giorno in cui verrà assegnata la Palma d'Oro.

Nel frattempo però, tra soliti noti e new entry, facciamo una rapida radiografia dei nomi in concorso.

 

 

I REGISTI DEL FESTIVAL

 

Joel & Ethan Coen. Inside Llewin Davis. La loro è una storia di vecchia data iniziata dal loro secondo film, Arizona junior, presentato fuori concorso nel 1987. Poi lo stradominio con la Palma d'Oro del 1991 con Barton Fink e le partecipazioni in concorso con Mister Hula Hoop (1994), Fargo (1996), Fratello, dove sei? (2000), L'uomo che non c'era (2001), Ladykillers (2004) e Non è un paese per vecchi (2007).

 

Arnaud Desplechin. Jimmy P. Scoperto dal festival nel 1991 con La vie des morts e poi quattro volte in concorso: La sentinelle del 1992, Comment je me suis disputé…(ma vie sexuelle) del 1996, Ester Kahn del 2000 e Racconto di Natale del 2008. Nel 2003 il suo En jouant "dans la compagnie des hommes" è stato prsentato a "Un certain regard"

 

James Gray. The Immigrant. Tre film su quattro portati in concorso sulla Croisette: The Yards (2000), I padroni della notte (2007) e Two Lovers (2008). Nel 2009, tra indiscrezione e leggenda,  un suo violento scontro, come membro della giuria, con l'allora Presidente Isabelle Huppert che ha voluto premiare a tutti i costi Il nastro bianco (2009) di Michael Haneke mentre lui insisteva per Il profeta di Jacques Audiard. Immaginatevi da che parte stavamo noi

 

Kore-eda Hirokazu. Soshite Chichi Ni Naru. Due volte in concorso con Distance (2001) e il bellissimo Nobody Knows (2004). Con Air Doll del 2009 nel cartellone di "Un certain regard"

 

Roman Polanski. La Venus a la fourrure. Palma d'Oro nel 2002 per Il pianista, è stato in concorso anche per L'inquilino del 3° piano nel 1976 mentre sono stati presentati fuori competizione Macbeth (1972) e Pirati (1986). La scorsa edizione è stato presentato il documentario su di lui, Roman Polanski: A Film Memoir. Quando è stato presidente di giuria nel 1991, ha voluto assegnare quasi tutti i premi a Barton Fink dei fratelli Coen, che curiosamente sono proprio i suoi avversari di quest'anno.

 

Steven Soderbergh. Behind the Candelabra. Vince giovanissimo, a 26 anni, la Palma d'Oro col suo primo film, Sesso, bugie e videotape nel 1989. Poi è tornato in concorso con Piccolo, grande Aaron nel 1993 e con il dittico Che. L'argentino e Che. Guerriglia  nel 2008, mostrato tutto in un'unica epica proiezione dove hanno dato acqua e panini gratis durante il break. Ha anche partecipato fuori concorso nel 1999 con L'inglese e nel 2007 con Ocean's Thirteen.

 

Paolo Sorrentino. La grande bellezza. In concorso al Festival già dal suo secondo film, Le conseguenze dell'amore del 2004, da allora è stato sempre in competizione: L'amico di famiglia (2006), Il divo (2008), This Must Be the Place (2011). Con Il divo ha vinto il Premio della Giuria.

 

Jia Zhangke. Tian Zhu Ding. Compete 2 volte per la Palma d'Oro con Unknown Pleasures (2002) e 24 City (2008). A "Un certain  regard" nel 2010 con I Wish I Knew.

 

 

QUELLI CHE LO STANNO DIVENTANDO


Alexander Payne. Nebraska. In competizione con uno dei film più acclamati del 2002, A proposito di Schmidt, è stato l'anno scorso membro della giuria capitanata da Nanni Moretti.

 

Nicolas Winding Refn. Only God Forgives. In concorso nel 2011 con Drive, premio per la regia. Potrebbe essere il danese adottato al posto di Lars von Trier dopo le esplosive dichiarazioni del regista di Melancholia che aveva sconvolto il Festival per le sue dichiarazioni antisemite di 2 anni fa.

 

Takashi Miike. Wara No Tate. Al suo 3° Cannes consecutivo dopo Ichimei del 2011 (concorso) e Ai to Makoto (For Love's Sake) del 2012 (fuori concorso).

 

 

 

Berenice Bejo e Tahar Rahim in Le passé di Asghar FarhadiA VOLTE RITORNANO

 

Valeria Bruni Tedeschi. Un chateau en Italie. Nel 2007 a "Un certain regard" col suo secondo film da regista, Le rêve de la nuit d'avant

 

Mahamat-Saleh Haroun. Grisgris. Premio della Giuria nel 2010 con Un homme qui crie

 

François Ozon. Jeune et jolie. In concorso con Swimming Pool del 2003, scoperto dal festival già da metà degli anni '90 con Une robe d'été (1996) e Sitcom (1998), ha anche presentato Il tempo che resta (2005) a "Un certain regard".

 

Alex van Warmerdam. Borgman. Nel 1998 aveva portato a "Un certain regard" Little Tony. E' la sua prima volta in competizione.

 

 

LE NEW ENTRY

Abdellatif Kechiche con La vie d'Adéle ed Asghar Farhadi con Le passé. Potrebbero essere i cineasti che da qui in poi potrebbero diventare degli habituées del Festival dopo essere stati scoperti e premiati da altri. Il primo è stato a Venezia con Cous Cous nel 2007 in un polemico Premio speciale della Giuria quando invece voleva il Leone d'Oro e con Venere nera del 2010. Il regista iraniano è stato invece scoperto da Berlino con About Elly (2009) e osannato con Una separazione, Orso d'oro nel 2011. A loro si aggiungono anche Amat Esclalande (Heli) e Arnaud Despallieres (Michael Kohlhaas)

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