Brendan Fraser. Ritorno dall’inferno

Reduce da una carriera trentennale, è stato rilanciato alla grande da The Whale dopo un periodo di crisi in seguito alle accuse di molestie sessuali a Philip Berk, ex-presidente della HFPA

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Nel 2022, Darren Aronofsky sceglie Brendan Fraser per il ruolo di protagonista nel suo nuovo film, The Whale, un dramma basato sulla vita di Charlie, professore universitario di 250 chili oramai recluso in casa. Il film, presentato alla 79ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, riceve un ottimo risconto da parte della critica e l’attore protagonista ottiene una candidatura all’Oscar come miglior attore protagonista e ai Golden Globe come miglior attore in un film drammatico. The Whale rappresenta una rinascita per quest’attore che riscopre il piacere di fare cinema e apre la strada a una nuova collaborazione artistica e cinematografica. Su quest’ultima performance, rilascia alcune dichiarazioni che lasciano trapelare lo sconforto e il malessere che l’accompagnano da circa un decennio: “Per chiunque come Charlie, il personaggio che ho interpretato, lotti contro l’obesità o per chiunque si senta semplicemente in un mare oscuro: voglio che sappiate che anche voi avete la forza di alzarvi in piedi e andare verso la luce. E le cose belle accadranno”.

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A tal proposito, in seguito al successo di Viaggio al centro della Terra (2008), l’attore subisce un declino che lo conduce a una graduale scomparsa dalle scene; sotto quest’aspetto, si alternano, in questo periodo, stroncature dalla critica e poche partecipazioni cinematografiche. Il punto più basso si realizza quando, nel febbraio 2018, l’attore esce allo scoperto accusando l’ex presidente della Hollywood Foreign Press Association, Philip Berk, di molestie sessuali nei suoi confronti avvenute nel 2003. A tal proposito, Fraser sostiene che in seguito a questi avvenimenti personali aveva pensato di ritirarsi dalle scene e dal lavoro.

Figlio di genitori canadesi ma cresciuto e vissuto in Indiana e possessore della doppia cittadinanza, inizia a avvicinarsi alla recitazione sin da giovane; durante una vacanza londinese, assiste al primo spettacolo teatrale professionale nel West End che lo conduce a creare un decisivo vincolo con il mondo dell’arte. È il 1990 quando si ferma  a Hollywood. Nell’anno successivo, arriva l’esordio cinematografico con il film Dogfight – Una storia d’amore (1991), ma il primo ruolo di protagonista è in Il mio amico scongelato (1992), una commedia di genere fantastico con un positivo riscontro al botteghino.

Negli anni ’90, Fraser alterna partecipazioni a film di diverso genere con attori americani in positiva crescita come in Scuola d’onore (1992), film drammatico di Robert Mandel con Matt Damon, Ben Affleck e Chris O’Donnell e Airheads – Una band da lanciare (1994), commedia di Michael Lehmann con Steve Buscemi e Adam Sandler. I successivi lavori, Sinistre ossessioni (1995), thriller di Philip Ridley con Ashley Judd e Viggo Mortensen, e la commedia George re della giungla…? (1997) di Sam Weisman rimarcano la sua capacità  di variare tra diversi generi.

Una delle sue migliori interpretazioni è in Demoni e dei (1998), dramma diretto da Bill Condon che ricostruisce gli ultimi giorni di vita di James Whale, interpretato da Ian McKellen. Il titolo spartiacque nella carriera di Fraser è la partecipazione al kolossal La mummia (1999), film d’avventura diretto da Stephen Sommers che riscontra un grande successo al botteghino e dà il via ai sequel La mummia – Il ritorno (2001) e La mummia – La tomba dell’Imperatore Dragone (2008).

L’attore ricorda il divertimento e il caos durante le riprese: “È stato emozionante. Non c’era un po’ di pericolo in sé, ma un po’ di assunzione del rischio che faceva anche pensare: “Che cosa succederà oggi? Riusciremo a sopravvivere?”. Una delle sue indicazioni preferite di Stephen Sommers [il regista] era “Pronti, e non fate schifo! Azione! “, che diceva con un megafono. E noi facevamo: “Ah “, e le cose saltavano in aria e cadevano e gli animali andavano a fuoco. “Ok, ce l’abbiamo fatta. Facciamolo di nuovo, siamo qui! “. Stephen ama fare film. Amava il suo lavoro, il suo entusiasmo è contagioso. Ho amato fare quel film”.

Nei primi anni 2000 la critica giudica positivamente le sue interpretazioni in The Quiet American (2002), dramma politico diretto da Phillip Noyce e Crash – Contatto fisico (2004), thriller diretto da Paul Haggis. Grazie a quest’ultimo film Fraser riceve lo Screen Actors Guild Award e, nel 2006, viene inserito nella Canada’s Walk of Fame, diventando il primo attore americano a ricevere questo riconoscimento.

Oggi, Brendan Fraser sembra essere rinato, umanamente e artisticamente, grazie al lavoro portato avanti in The Whale. Significative le sue parole di speranza verso sé stesso e gli altri: “Quello di Charlie è il personaggio più eroico che ho mai interpretato. Ha un superpotere: vede il bene degli altri e lo fa emerge in lui. È grazie a questo processo che si salva. Ho avuto una grande possibilità: entrare nel corpo di una persona e raccontare la storia che porta con sé”.

Darren Aronofsky ha rimarcato il concetto con le sue frasi: “Ha creato una realtà capace di rendere quello spazio interno così piccolo in un’ambiente più grande grazie alle emozioni. Una grande dinamica che restava semplice e che ci ricordava che eravamo in un’opera cinematografica”.

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