È morto Burt Bacharach

È mancato ieri, all’età di 94 anni, il compositore statunitense tre volte premio Oscar e vincitore di sei Grammy Award. Un artista epocale, perennemente in bilico tra immagine e melodia

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È mancato ieri, 9 febbraio, Burt Bacharach, il compositore statunitense tre volte premio Oscar e vincitore di sei Grammy Award. È scomparso nella sua casa di Los Angeles, all’età di 94 anni, lasciando un’eredità musicale in grado di riscrivere la storia del pop e marchiare a fuoco quella della settima arte. Pianista, arrangiatore, produttore discografico; nel corso della sua lunghissima carriera, iniziata sui banchi della McGill University e della Mannes School of Music, Burt Bacharach è stato autore di ben 70 brani e ha firmato canzoni, colonne sonore e collaborazioni entrate a pieno diritto nel comune immaginario degli appassionati. Una carriera segnata indelebilmente dal sodalizio ventennale, datato fine anni ’50, con il paroliere Hal David, responsabile della nascita di brani indimenticabili del calibro di Do You Know the Way to San Jose, Walk On By, Anyone Who Had a Heart, I Say a Little Prayer e What the World Needs Now Is Love.

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Un artista carismatico, volto simbolo di un pop “gentile”, ma capace di galleggiare abilmente tra immagine e melodia, accompagnando prima gli spettacoli di Marlene Dietrich e siglando poi le soundtrack di pellicole quali James Bond 007 – Casino Royale (con il brano The Look of Love interpretato da Dusty Springfield), Butch Cassidy – 2 oscar nel 1970 per colonna sonora e canzone (Raindrops Keep Fallin’ on My Head) – What’s New, Pussycat? e Arthur (Oscar 1981 per Best That You Can Do, firmata insieme alla moglie Carole Bayer Sager).

Burt Bacharach è stato a un gigante della musica mondiale; i suoi pezzi hanno più volte incontrato la voce di altre icone dell’epoca, da Aretha Franklin a Tom Jones, passando per B.J. Thomas, i Beatles, Herb Alpert e Dionne Warwick. Senza dimenticare le più recenti collaborazioni, con le quali ha varcato le soglie del 21° secolo e sfiorato le vite di artisti nostrani (Chiara Civello, Karima, Mario Biondi).
Grandi e piccoli tasselli dello sconfinato puzzle musicale di un artista camaleontico, epocale; una voce gentile dall’eco inesauribile.

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