"Easy Girl", di Will Gluck
Easy Girl è un raro esempio di commedia al femminile, in un genere che si dedica sempre di più ai fragili e infantili eroi incarnati da Michael Cera e Seth Rogen. La protagonista è costretta a coltivare l’equivoco di essere una sessualmente disponibile, quando il suo sogno è un bacio hughesiano sulle note dei Simple Minds, come in The Breakfast Club. Qual è il prezzo che deve pagare Emma Stone per diventare una star? Le basteranno i suoi capelli rossi?
"Purtroppo, la mia vita non è un film di John Hughes…"
Chissà cosa ne sarà di Emma Stone. Senza dubbio, il suo destino professionale è affidato al potenziale successo di un blockbuster come il reboot di Spider-Man in cui farà coppia con Andrew Garfield e in cui verrà diretta da Marc Webb. Per quello che riguarda il suo esordio da protagonista, la giovane attrice può già rivendicare di essere entrata nelle simpatie del pubblico americano nello stesso modo in cui ci entrò Molly Ringwald, l’attrice feticcio di John Hughes. Non le fosse bastato il successo autunnale di Easy A, alla fine dell’anno la sua interpretazione è stata persino bagnata dalla candidatura al Golden Globe. Il riferimento al cineasta americano prematuramente scomparso due estati fa non è casuale: la sua presenza non è solo condizionata all’ambientazione di teen comedy, ma anche ad una serie di citazioni esplicite che portano la ragazza a rimpiangere di non essere una delle sofferte e malinconiche eroine dei suoi film liceali. Il sogno del suo primo bacio è una suggestione cinematografica che risale alla visione dei titoli hughesiani: il ragazzo è come Michael Schoeffling in Sixteen Candles; la musica di sottofondo è Don’t You Foget About Me dei Simple Minds, come in The Breakfast Club. Nel panorama della commedia, Easy Girl è un raro caso di esempio al femminile, in un momento in cui il genere ha assecondato soprattutto la fragilità e l’infantilismo dei ragazzi e dei grown-up, che spesso hanno preso il volto di Michael Cera e di Seth Rogen. Sulla carta, lo script sembra scritto su misura per le aspirazioni di star di Emma Stone, che a ventidue anni cerca di farsi largo sul grande schermo dopo una lunga gavetta nella televisione e in parti di contorno (la si ricorda tra le damigelle de La rivolta delle ex, e tra le caste consorelle della sorority house de La coniglietta di casa). Dopo l’esordio dell’inedito Fired Up! del 2008, la carriera da regista di Will Gluck si sta orientando verso l’atmosfere della pochade scolastica: anche se è prevalentemente legata alle esigenze della narrazione, la messa in scena non si risparmia di incedere sul modo in cui la ragazza percepisce tutte le voci che circolano sul suo conto. Invece, la sceneggiatura di Bert V. Royal cerca di ironizzare sulle armi necessarie per conquistare l’appeal da star. In qualche modo, Easy A ricorda la formidabile rivelazione di Jon Lucas e Scott Moore: in 14 anni vergine, la capacità di un isolato nerd di realizzare ogni sua fantasia lo metteva al centro di tutte le conseguenze e le catastrofi di una popolarità
Titolo originale: Easy A
Regia: Will Gluck
Interpreti: Emma Stone, Penn Badgley, Stanley Tucci, Patricia Clarkson, Thomas Haden Church, Lisa Kudrow, Dan Byrd, Amanda Bynes, Cam Gigandet, Malcolm McDowell
Distribuzione: Sony
Durata: 93'
Origine: USA, 2010