"Gli angeli di Borsellino- Scorta QS21" di Rocco Cesareo

Il film di Rocco Cesareo poteva essere di grande interesse, ma le prove del cast, lasciano a desiderare. I volti degli interpreti non emozionano, sono lontani dai loro personaggi e la sceneggiatura è povera, mentre le parole dovrebbero supportare le immagini

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Scena prima: 23 maggio 92. 57 lunghi giorni al 19 luglio 92, che Cesareo racconta nel suo film, quelli tra le stragi di Capaci, in cui morirono il giudice Falcone, la moglie e la scorta e di Via D'Amelio, stesso teatro per il giudice Borsellino e, ancora una volta, la scorta.

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Ma il film racconta di sei uomini, dell'agonia che vissero dalla prima strage e di come il terrore cominciò a dipingere di un solo colore i loro volti, guardando ogni giorno in faccia la paura, senza abituarsi mai! La paura di trovarsi davanti all'incontrollabile: piccoli grandi uomini con in mano solo una pistola, per difendere un uomo (e loro stessi) dalla mafia


Il cuore del film è Emanuela Loi (Brigitta Boccoli), la prima donna poliziotto assegnata al nucleo scorta di un magistrato: Paolo Borsellino. Tutto si snoda attraverso i suoi occhi, il buco della serratura per una donna che aveva paura ed avrebbe guardato da lontano, piuttosto che sentirsi depauperata dell'anima, che in quei giorni, faticava quasi a ritrovare, quando la chiamavano cadavere ambulante, perché tutti sapevano che, dopo Capaci, quelli della scorta, erano scudi umani.


Il film di Rocco Cesareo (che aveva già diretto Il popolo degli uccelli nel 1998) poteva essere di grande interesse, ma le prove del cast, lasciano a desiderare. I volti degli interpreti non emozionano, sono lontani dai loro personaggi, con sguardi persi in un orizzonte troppo finto. Pino Insegno (il capo scorta Catalano), ha come stampato un sorrisetto ammiccante dall'inizio del film e non riesce a scrollarsi di dosso un fare troppo impostato, poco convincente. Come o peggio di lui il resto della scorta. Forse l'unica degna di nota, oltre a Ernesto Mahieux (il mafioso Palmara, già grande ne L'Imbalsamatore). La sceneggiatura è povera, mentre le parole dovrebbero supportare le immagini, per una percezione della tensione, della paura, nel tempo intercorso tra le due stragi. Ma è la musica di Giovanni ed Elvira Lo Cascio a guidarci, adattandosi perfettamente all'atmosfera, attraverso note che fondono musica popolare siciliana e jazz.


 


Regia: Rocco Cesareo
Sceneggiatura: Paolo Zucca, Ugo Barbàra, Mirco Da Lio, Massimo Di Martino
Fotografia: Bruno Cascio
Montaggio: Giovanni Ballantini
Musiche: Giovanni ed Elvira Lo Cascio
Scenografia: Aldo Rastelli


Costumi: Maria Silvana Cutuli


Interpreti: Brigitta Boccoli (Emanuela Loi), Pino Insegno (Agostino Catalano), Alessandro Prete (Eddie Cosina), Vincenzo Ferrara (Vincenzo Li Muli), Cristiano Morroni (Claudio Traina), Francesco Guzzo (Antonio Vullo), Tony Garrani (giudice Paolo Borsellino), Sebastiano Lo Monaco (ispettore capo), Benedicta Boccoli (Claudia Loi), Ernesto Mahieux (Palmara)


Produzione: Silva Film


Distribuzione: CDI


Durata: 86'


Origine: Italia, 2003

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