LA FOTO DEL GIORNO – Il vecchio e il nuovo

Ci siamo. E' cominciata, anche in Italia ufficialmente, la battaglia di resistenza dei Vecchi Media contro i Nuovi. E, se negli Anni Ottanta era inutile e terribilmente arretrata la battaglia (perdente) della sinistra contro gli spot nei film in televisione (ricordate? "non si interrompe un'emozione"…) oggi la battaglia di retroguardia, a tutela di vecchi interessi e poteri è condotta in prima fila dal vecchio “biscione” di Mediaset.  Nella causa intentata da Mediaset contro Youtube c’è il segno simbolico del passaggio epocale, dove la lotta per il controllo della rete internet diventerà il nuovo scenario dei conflitti sociali e culturali.
Pubblichiamo in questo senso volentieri il post di ieri dal blog di Antonio Di Pietro, che condividiamo totalmente. Giù le mani dalla rete!
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La Rete resti libera da Mediaset e da Veltroni

Da www.antoniodipietro.com/2008/08/la_rete_resti_libera_da_medias.html

Ieri il titolo Mediaset ha perso il 4,31%, l’arretramento da inizio anno è del 32,53%. Il suo risultato operativo è in calo: 644,3 milioni di euro nel primo semestre 2008 contro i 699,9 del 2007. Mediaset vive di pubblicità. Berlusconi, grazie alla concessione da parte dello Stato Italiano di trasmettere sul territorio nazionale con ben tre reti può spartirsi con la RAI la torta della pubblicità televisiva attraverso Publitalia, in una situazione di sostanziale monopolio. Gli inserzionisti televisivi devono passare da Publitalia. La concessione statale di Craxi, reiterata dai governi di centro sinistra, ha reso ricco Berlusconi. Questo è l’unico segreto del grande imprenditore. L’impero pubblicitario di Mediaset sta vacillando? E’ necessario distogliere l’attenzione dai conti e trovare un colpevole e chi meglio della Rete? I 500 milioni di euro chiesti a Google per aver consentito la visione di spezzoni tratti da Mediaset su YouTube sono una mossa fatta da chi sente che può essere travolto dal cambiamento.

Tra pochi anni, da tre a cinque, la spesa per la pubblicità on line supererà quella della carta stampata e quella televisiva. Il tempo di visione dei contenuti attraverso la Rete ha superato in molti Paesi quello trascorso davanti alla televisione. La Rete è libera e tale deve rimanere. Non sono d’accordo né sulle intimidazioni di Mediaset, che non lo dimentichiamo ha dietro si sé Berlusconi e quindi il Governo (è come se la CNN in una sua causa potesse contare sull’appoggio di Bush perché ne è proprietario), né sulla necessità, come chiede Veltroni, di definire nuove regole (quali?) o nuove leggi per una nuova condivisione (quali?). Posso dare un consiglio a tutti coloro che navigano in Rete: non pubblicate spezzoni tratti da Mediaset e se lo avete fatto cancellateli. Mediaset sta bene dov’è, la Rete non è posto per lei.

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#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

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