Problemista, di Julio Torres

Torres tratta temi e discrasie della moderna società statunitense in un’opera prima surreale e stravagante che si nutre dell’immaginario contemporaneo per dissacrarlo

--------------------------------------------------------------
INTELLIGENZA ARTIFICIALE PER LA POSTPRODUZIONE, CORSO ONLINE DAL 17 GIUGNO

--------------------------------------------------------------

L’ambiguità inizia sin dal titolo: cosa significa Problemista? Traducendo letteralmente si riferisce a una personalità problematica per sé e per gli altri. Ma se osserviamo l’opera prima di Julio Torres (classe 1987) e le sue derive visionarie non è difficile pensare alla tendenza a trasfigurare in incubi gli scenari della vita reale. E se si guarda il profilo Instagram dell’autore e si pensa al suo precedente lavoro come sceneggiatore e produttore (Los Espookys) diventa immediatamente riconoscibile l’estetica che mescola insieme videogame, serie tv distopiche (Dark), performance art ed immaginario high tech contemporaneo. Il primo riferimento cinefilo che viene in mente è Everything Everywhere All At Once di Daniel Kwan e Daniel Scheinert. In seconda battuta, pensiamo a tanta produzione indipendente: un esempio su tutti è il cinema di Gabriel Abrantes e Daniel Schimdt (Diamantino il calciatore più forte del mondo) in cui il surreale si amplifica fino a deformare mostruosamente i simboli della quotidianità. Il giovane salvadoregno Alejandro (Julio Torres) ingaggia una lotta contro il tempo per potere rimanere negli Stati Uniti regolarizzando la sua posizione di immigrato con il tanto desiderato Visto. La madre iper protettiva Dolores (Catherina Saavedra) sogna per lui un mondo fantastico in cui tutto è perfetto e digitalmente stilizzato. L’incontro di Alejandro con la vedova paranoica Elizabeth (Tilda Swinton) che cerca di piazzare le opere d’arte del defunto marito Bobby (RZA) determinerà una svolta nella sua vita.

--------------------------------------------------------------
CORSO ESTIVO DOCUMENTARIO DAL 24 GIUGNO!

--------------------------------------------------------------

La vicenda è narrata dalla voce ironica e dissacrante di Isabella Rossellini che detta il metronomo emozionale ad ogni scena. Julio Torres comprime in 98 minuti una serie di temi e di discrasie della moderna società statunitense: le difficoltà burocratiche e i labirinti kafkiani di chi cerca, da immigrato, di regolarizzare la propria posizione lavorativa; la moda dell’ibernazione e l’avidità di chi gestisce prodotti di cui non conosce la sicurezza a lungo termine; la nevrosi ossessivo-compulsiva che è frutto di una lotta con la rigidità e la disumanizzazione dei rapporti tra consumatore e produttore, tra lavoratore e datore di lavoro. In questo senso Tilda Swinton regala una incredibile interpretazione fatta di urla, improperi, accuse, paranoie: la sua parrucca, le sue mani nevrotiche, i suoi tic isterici trasmettono un senso di ineluttabilità: come una moderna Idra a più teste, risolto un problema se ne presentano contemporaneamente altri tre. Il problema non è l’utilizzo del “Filemaker Pro”, esilarante tormentone che accompagna il povero Alejandro per tutto il film, la vera problematica è il nostro rapporto malato con la tecnologia da cui veniamo facilmente sopraffatti. Ci sono momenti veramente spassosi nel film di Torres: il tentativo di piazzare le “Tredici Uova” di Bobby nei vari musei di New York, la lettera di scuse di Elizabeth all’amante di Bobby, le vicende di Alejandro alle prese con la spietatezza dell’istituto bancario che gli blocca la carta di credito, Elizabeth che litiga con l’addetto alla funivia costringendolo a tornare indietro per recuperare un quadro. Tutto quello che accade ad Alejandro viene poi trasfigurato in incubi che contrastano ferocemente con l’Eden paradisiaco sognato dal super io protettivo materno. L’apparizione della figura di Craiglist (Larry Owens) non è altro che la proiezione della paura e del desiderio sessuale del giovane gay Alejandro.

----------------------------
UNICINEMA QUADRIENNALE:SCARICA LA GUIDA COMPLETA!

----------------------------

Alla fine si scende a compromessi per sopravvivere e pagarsi l’affitto, anche lavando i vetri. E bisogna urlare come Elizabeth per potersi fare rispettare. L’andatura incerta di Alejandro e la sua mimica keatoniana si trasforma nel finale in corsa contro i granelli di clessidra che stanno per completare il ciclo. Film di apertura della quattordicesima edizione del Sicilia Queer Film Fest in corso a Palermo, Problemista è un’opera prima surreale e stravagante che si nutre dell’immaginario contemporaneo per dissacrarlo. Julio Torres rappresenta i mostri della contemporaneità attraverso la deformazione grottesca e iper-cromatica che ha, insieme, un potere depersonalizzante e sovversivo. Non tutto funziona perfettamente per la voglia di dire tante cose in poco tempo: ma il film diverte, intrattiene, colpisce occhi e orecchie dello spettatore e in alcuni momenti lo fa riflettere. La comicità, in questo caso, implica l’esperienza indispensabile della serietà.

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3
Sending
Il voto dei lettori
0 (0 voti)
----------------------------
SCUOLA DI CINEMA TRIENNALE: SCARICA LA GUIDA COMPLETA!

----------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Scrivi un commento

    Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *