Vita e opere di Dante Ferretti in un libro

Immaginare Prima. Le mie due nascite, il cinema, gli Oscar. Edito da Jimenez Edizioni e scritto da David Miliozzi

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È uscita la prima autobiografia di Dante Ferretti scritta a quattro mani con lo scrittore David Miliozzi, un volume illustrato con bozzetti tratti dai suoi film che conservano il mistero e la magia del suo mondo, foto d’epoca che ci riportano a un’Italia postbellica e dipinti inediti dell’autore. L’idea di un libro su Ferretti l’ha avuta lo scrittore di Macerata, che ha impiegato 5 anni affinché il suo progetto venisse pubblicato. Il libro, edito da Jimenez, racconta la genesi di una carriera e un’esistenza, quella di Ferretti, “nata sotto il segno della distruzione, che però è stata superata dalla costruzione, perché” come sottolinea l’autore “Ferretti è un costruttore di mondi fantastici e geniali.

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Scenografo per Pier Paolo Pasolini, Martin Scorsese, Federico Fellini, Tim Burton, Franco Zeffirelli, Terry Gilliam e tanti altri registi di livello nazionale e internazionale, Dante Ferretti, ha voluto raccontare la sua arte e la sua storia, quella di un artista italiano che partendo dalla provincia marchigiana arriva a Hollywood e alla consacrazione internazionale nel mondo del cinema. Un libro come un film, tanto che il racconto è diviso in due tempi, più i titoli di coda. Nella prima parte “Dante contro Dante“, Ferretti si racconta in prima persona, in un viaggio che parte dalla sua città natale e che incuriosisce il lettore per i tanti aneddoti. Nel secondo capitolo “Raccontare un maestro” è Miliozzi a raccontare Ferretti narrando episodi della sua carriera. “Fellini chiamava Ferretti col nomignolo di Dantino. Tutte le mattine, sul set, gli chiedeva cosa avesse sognato,” scrive l’autore, “perché Fellini era ossessionato dai sogni e dal mondo onirico e Dante ad un certo punto ha iniziato non ad inventare sogni, ma a raccontagli di quando era bambino.” Il risultato è il ritratto di un uomo caparbio e geniale capace di restare onesto con sé stesso e vicino alle proprie origini nonostante l’enorme successo nel mondo.

Nel corso della sua carriera Ferretti è stato candidato dieci volte al premio Oscar per la migliore scenografia, vincendo per tre volte l’ambita statuetta per il suo lavoro in The Aviator (2004) e Hugo Cabret (2011) di Martin Scorsese e per quello in Sweeney Todd – Il diabolico barbiere di Fleet Street (2007) di Tim Burton. Definito “Genio” da Pier Paolo Pasolini e “Il migliore di tutti i tempi” da Leonardo Di Caprio, Martin Scorsese ha detto di non saper immaginare il suo lavoro senza di lui.

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