"Mai più come prima", di Giacomo Campiotti

Al cinema, quell'istante tra due infinitesimi di tempo che delimitano un cambiamento irreversibile finisce inevitabilmente in primo piano, e può fare di un film che parla di vita e di morte un grande film, o un'occasione perduta.

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Non è di un cinema didascalico che può nutrirsi il Campiotti di Corsa di primavera o, ancora, di Come due coccodrilli. Non è sufficiente rifarsi alla propria storia personale, al come eravamo, per scendere sotto la superficie dell'istante, dello spazio tra due infinitesimi di tempo che delimitano un cambiamento irreversibile. Al cinema quell'istante finisce inevitabilmente in primo piano e bisogna saperlo inquadrare, perché può fare di un film che parla di vita e di morte un grande film, oppure un'occasione perduta. Non è questione di budget, di capacità attoriali o registiche. Siamo di fronte ad una storia di ragazzi in vacanza dopo l'esame di maturità, che non impone grandi spiegamenti di mezzi ed in cui l'anonimato degli interpreti non compromette il coinvolgimento dello spettatore; Campiotti, poi, non è alle prime armi. Eppure, in Mai più come prima domina la percezione di una continua stonatura tra le oneste intenzioni dell'autore e il taglio grezzo dei profili dei personaggi, delle frasi che pronunciano, delle vicende che li animano.
Che questo film parli ai ventenni, attraverso una successione interminabile e subliminale  di suggerimenti esistenziali, oppure che esso sia il risultato di un monologo autoriale, disperato per il futuro della generazione della fine degli anni Ottanta, esso sfocia comunque in una comunicazione fatta di parole logore, svuotate di senso, prive del coraggio necessario per uscire dalla ristrettezza degli ambiti della nostra cultura. Come se i teenager del terzo millennio avessero davvero bisogno, anche al cinema, di un padre, di un fratello maggiore che dispensi altre superficialità e banalità, e non piuttosto di un esempio concreto, magari uno spettacolo silenzioso da osservare, per sentirsi nascere dentro le risposte cercate. Che poi è l'obiettivo del (troppo) saggio protagonista del film: ma Campiotti non se ne accorge. La speranza è che, già dal prossimo lavoro, il suo lato istintivo prenda il sopravvento: che ci siano più danze sabbatiche intorno al fuoco e meno sermoni new-age, più sguardi diversamente abili e meno luoghi comuni, più nuvole che occupano silenziosamente il set e meno proclami anacronistici e consolatori.

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Regia: Giacomo Campiotti
Interpreti: Marco Casu, Marco Velluti, Federico Battilocchio, Nicola Cipolla, Natalia Piatti, Laura Chiatti
Distribuzione: Medusa
Durata: 108'
Origine: Italia, 2005

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