LIBRI DI CINEMA – " Il meccanismo indifferente. La concezione della Storia nel cinema di Stanley Kubrick", di Michele Guerra
Pochi hanno saputo, come Stanley Kubrick, affrontare con la loro opera epoche e questioni storiche così lontane e diverse tra loro. Attraverso l’analisi della Storia nel cinema del regista, viene fuori una riflessione sull'uomo, sul suo essere-nella-Storia e sul suo essere-nel-cinema. (Aracne)
IL MECCANISMO INDIFFERENTE
La concezione della Storia nel cinema di Stanley Kubrick
Michele Guerra
Aracne
I edizione: gennaio 2007
237 pag. – 13,00 euro
La filmografia di Stanley Kubrick è una filmografia chiusa. Un sistema di testi autoreferenziale che si è sviluppato sopra se stesso, sulla base di alcuni temi fondanti e nella capacità straordinaria di costruire il film, di dargli corpo matericamente attraverso il dominio e la continua sfida della tecnologia cinematografica. La struttura stessa della filmografia kubrickiana ha senza dubbio favorito l’aura mitica che ha avvolto il regista soprattutto negli ultimi anni della sua vita: l'eremita nel suo maniero inglese, attorniato da un universo tecnologico che gli metteva il mondo a portata di mano, figura ai limiti del divino, capace di ricreare il Vietnam fuori Londra o New York in studio. Un uomo che percorre una strada artistica e personale che lo rinchiude sempre più dentro se stesso, autore di un cinema cristallino che pare impossibile scalfire, perfetto. E questa perfezione isola paradossalmente Kubrick: difficile coinvolgerlo in discorsi di massima, mettere la sua opera a confronto con quella di altri, con una cultura perfino, lui esule americano e falso europeo. Di contro non cessano di fiorire le monografie, che appunto possono con-centrarsi su l'unico lungo corpus che è la sua filmografia.
Pochi registi hanno saputo, come Stanley Kubrick, affrontare con la loro opera epoche e questioni storiche così lontane e diverse tra loro. Capace di confrontarsi con uguale efficacia con passato, presente e futuro, Kubrick è riuscito nell'intento di mantenere viva una riflessione sull'uomo e sul suo essere-nella-Storia, ma anche, e più sorprendentemente, sul suo essere-nel-cinema.
L'uomo di Kubrick ripete il rito di un mito la cui origine, nella sua completezza, gli sfugge, e si rinnova sempre uguale a se stesso e sempre nella stessa posizione, rispetto ad un Tempo e ad uno Spazio che scorrono del tutto fuori da lui. Dunque questo individuo, sia esso una scimmia, un astronauta, Napoleone o un nostro contemporaneo, ha una caratteristica comune: è sempre uguale. Questa uguaglianza è ciò che gli nega la via al progresso, l'avanzamento, e lo rimanda di continuo a sé, bloccato in un processo storico a lui incomprensibile; e questa uguaglianza non è nient'altro che la sua stessa natura, travestita di culture, orientata da un senso storico artificioso, ma sempre pulsante e viva.
C'è un meccanismo, fuori dal tempo umano, che vanifica ogni altro meccanismo costruito da mano d'uomo, che procede su una strada che l'uomo non riesce a percorrere, pur camminandovi.
INDICE
Introduzione 7
I. Duemila e uno: per (ri)cominciare 17
1. Il mito 17
2. “A gift from the stars” 28
3. L’atto fondatore (s)velato 37
4. Il lungo viaggio di ritorno 52
II. Da Napoleone a Alex De Large 68
1. Fonti e struttura 68
2. Il “dentro” e il “fuori” di Bonaparte 71
3. Ri-fondazione e scacco 79
4. Oltre la violenza di Arancia Meccanica 82
III. Settecento: il sogno inghiottito 89
1. Il secolo XVIII, infine 89
2. Barry Lyndon: la perfezione 96
3. La crisi delle differenze 107
IV. Shining: tutti chiusi dentro 119
1. King alle strette 119
2. l’ombra lunga di 2001 124
3. Jack, l’autoctono 132
4. Scrivere la sconfitta 140
V. Novecento: gli occhi su secolo 149
1. Tra psicanalisi ed etnologia: l’inatteso ritorno del primitivo 149
2. “Where the rainbow ends”: Bill alla festa 158
3. “There’s no place like home” 166
4. “Supponiamo che…” 168
VI. In Guerra 175
1. Dentro e dietro la guerra 175
2. Fear and desire: la fortuna del principiante 182
3. Orizzonti di gloria: Uomini come formiche 189
4. Il Dottor Stranamore: ci incontreremo ancora 203
5. Full metal jacket: l’impressione della fine 214
Bibliografia 227