DVD – "Family Life", di Ken Loach

family life coverEsce in dvd da Multimedia San Paolo Family Life, uno dei film più straordinari di Ken Loach. in un’edizione che ne rispetta la forza delle immagini e della fotografia. Girato nel 1971, è un deciso atto d’accusa verso la psichiatria tradizionale e l’abuso di terapie repressive nella cura dei disagi mentali. Ma è anche uno straziante e malinconico affresco sociale e famigliare

 

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family life coverTitolo originale: id.
Anno: 1971
Durata: 108’
Distribuzione: Multimedia San Paolo
Genere: Drammatico
Cast: Sandy Ratcliff, Bill Dean, Grace Cave, Malcolm Tierney, Hilary Martin, Michael Riddall, Alan MacNaughton, Johnny Gee
Regia: Ken Loach
Formato DVD/Video: 1.33:1
Audio: Italiano Dolby Digital 1.0, Inglese Dolby Digital 1.0
Sottotitoli: Italiano, italiano per non udenti
Extra:

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IL FILM

 
Inghilterra, primi anni ’70. Janice ha circa vent’anni. Vive con i genitori in un modesto sobborgo. Apparentemente remissiva, nasconde una profonda frustrazione e insofferenza verso le rigide norme e le convenzioni a cui i genitori, ed in particolare la madre, cercano di costringerla. Janice comincia a comportarsi in modo “strano”, e quando rimane incinta la madre la convince ad abortire. Da questo momento in poi la ragazza manifesta segni sempre più violenti di disagio e la sua ribellione è ormai evidente.
La madre chiede aiuto ad un ospedale pubblico, dove Janice viene affidata al Dr Donaldson, uno psichiatra contrario all’uso indiscriminato di psicofarmaci, che intuisce le cause del disturbo della ragazza. Purtroppo al medico non viene rinnovato il contratto con l’Ospedale, proprio a causa dei suoi metodi ritenuti troppo “originali”. Donaldson è costretto ad abbandonare l’incarico e Janice comincia la terapia con l’elettroshock che la porterà presto alla schizofrenia. L’ ultima scena del film la vede seduta immobile e catatonica in un’aula universitaria, di fronte ad una platea di studenti che la osservano distrattamente, mentre lo psichiatra che l’ha sottoposta all’elettroshock parla di lei e della sua malattia.
Ken Loach nel 1971 si firma ancora Kenneth e gira Family Life come una sorta di adattamento cinematografico del tv drama In two Minds sceneggiato da David Mercer e da lui stesso diretto nel 1967. Oltre ad essere un feroce atto d’accusa contro la psichiatria istituzionale dell’epoca, in linea con le tfamily life di ken loachesi della nascente anti-psichiatria di R. D. Laing, il film è uno straordinario, spietato affresco sociale dell’Inghilterra dei primi anni ’70.
Lo stile di Loach è documentaristico, con concessioni al dramma sociale e al “kitchen-sink” che favoriscono l’immedesimazione nella tragedia di Janice senza mai sfiorare il pathos. L’uso coraggioso di una temporalità non del tutto lineare ma non del flash-back è quasi un delicato, silenzioso omaggio alla mente indifesa di Janice.
Molteplici sono i piani narrativi e “politici”: non solo l’attacco alla psichiatria organicista e alla pretesa di curare indiscriminatamente tutti i disturbi con la repressione farmacologia e da elettroshock, ma anche il vuoto, l’angoscia di legami famigliari basati su dinamiche di potere e repressione. La family life, appunto. Il subdolo, devastante strapotere matriarcale e i suoi  danni irreversibili. La mancanza, altrettanto devastante, di una figura paterna in grado di opporvisi e di bilanciarne l’ingerenza.
Loach è sorprendente nella rappresentazione del rapporto tra Janice e sua madre Vera. Sorprende perché è un uomo e riesce a descrivere perfettamente e senza eccessi le dinamiche oscure e profondamente malate del matriarcato. L’io diviso di cui parlava Laing nella sua opera, la schizofrenia come forma esasperata di comunicazione, la rabbia e il senso di colpa che ne deriva: sono nei tentativi di Janice di fuggire dal controllo ossessivo, sono nelle sue parole sdoppiate e in quelle invadenti della madre che pretende di essere dentro la mente di sua figlia.
L’analisi di classe, tanto cara al regista inglese, è nelle parole scontrose e riluttanti del padre di Janice: l’operaio arrivato dal Nord che a fatica si inserisce nella piccola, piccolissima borghesia commerciante del Sud, sposando Vera. In quelle poche parole c’è tutto il vuoto e il dramma della perdita irreversibile delle proprie radici, e quello ancora peggiore della resa totale a un nuovo e spaventoso sistema di valori .
Ma Family Life non è solo un film politico. C’è una vena di profonda nostalgia nelle immagini uggiose, nella musica malinconica, la sensazione poetica di qualcosa che si è perso per sempre e che è difficile da definire. Un livido nell’anima che non si riesce ad individuare. C’è tutto sommato una profonda pietà negli occhi di Loach quando guarda i  genitori di Janice. Come se anche loro fossero nient’altro che resti polverosi family life di ken loachdi un’epoca che è scomparsa all’improvviso lasciandoli soli e inermi. E’ la stessa pietà silenziosa che ha verso le casette a schiera, i sobborghi dignitosamente mediocri, le esistenze di duro lavoro di chi ci vive, la piccola Inghilterra di chi non sa di viverci.
  
IL DVD
 
La resa fotografica è straordinariamente efficace nella resa in 1.33:1. I colori, la gamma di toni lividi, malinconici, scelti da Loach per raccontare la storia di Janice sono rispettati alla perfezione nella versione in dvd.
L’audio, disponbile in dolby digital 1.0, è altrettanto corretto, e soprattutto la versione originale in lingua inglese risulta particolarmente attenta alla veridicità dei suoni e degli accenti, mentre il doppiaggio italiano toglie inevitabilmente un po’ di efficacia al film. I sottotitoli sono presenti solo in italiano.
Il menu delle scene è esteticamente piacevole. Non sono presenti contenuti extra.
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