Asterix e il Regno degli Dei, di Louis Clichy e Alexandre Astier

asterix e il regno degli deiLa distanza storica della vicenda non impedisce di avere uno sguardo irriverente, ma mai offensivo, sul presente; anzi, è proprio questa la “pozione” di Asterix, il saper trasmettere, in modo semplice e con un linguaggio che si avvicina sia ai più giovani che agli adulti, valori quali l’amicizia e la lealtà e l’importanza delle proprie origini

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Nel 50 a. C. Giulio Cesare è ormai padrone della Gallia, a eccezione di un villaggio dell’Armorica che continua a tenergli testa. Dal momento che qualsiasi attacco frontale si traduce puntualmente in una cocente disfatta, l’imperatore decide di cambiare strategia e incarica un architetto di costruire un lussuoso complesso residenziale alle porte del villaggio, per civilizzare i “barbari” e distruggere così il loro ultimo baluardo. Ma non ha fatto i conti con Asterix e Obelix che, con l’aiuto degli altri abitanti, tenteranno di ostacolare l’invasione dei romani.

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Dal 1959, che segna l’esordio editoriale di Asterix per mano di René Goscinny e Albert Uderzo, le avventure del piccolo guerriero gallico e del suo grande e fidato amico conservano immutata, almeno nel contenuto, la leggera e arguta ironia con cui descrivono la società contemporanea. Nonostante l’albo da cui il film è tratto risale al 1971, i temi affrontati sono vari e soprattutto attuali: l’incessante espansione urbana che porta alla distruzione delle foreste; le rivendicazioni sindacali di un gruppo di schiavi; la babele burocratica che si cela dietro i subdoli meccanismi dei giochi a premi; le conseguenze del turismo di massa sull'economia di una tranquilla comunità; l’incontro tra culture e stili di vita diversi. La distanza storica della vicenda non impedisce infatti di avere uno sguardo irriverente, ma mai offensivo, sul presente; anzi, è proprio questa la “pozione” di Asterix, il saper trasmettere, in modo semplice e con un linguaggio che si avvicina sia ai più giovani che agli adulti, valori quali l’amicizia e la lealtà e l’importanza delle proprie origini. Gli ingredienti principali, poi, sono sempre gli stessi: situazioni spassose, battute a profusione (merito anche del doppiaggio italiano) e una certa dose di buoni sentimenti. Senza dimenticare l’allegra e scombinata combriccola di personaggi, dal saggio druido Panoramix allo stonato bardo Assurancetourix, al cagnolino Idefix che, oltre a rincorrere cinghiali, si dimostra un vero ambientalista.


Clichy
, che ha lavorato come animatore alla Pixar, e l’eclettico Astier, noto per la serie televisiva dal taglio umoristico Kaamelott, realizzano dunque un adattamento piuttosto fedele che non tradisce lo spirito della serie pur adeguandosi ai tempi. L’utilizzo della computer grafica, in linea con una consolidata tendenza del cinema d’animazione degli ultimi anni (non guardiamo solo alla Disney, ma anche al caso dei Puffi e di Tintin, tanto per restare in territorio europeo), incontra il gusto del pubblico moderno senza stravolgere il design dei personaggi.
Nono lungometraggio tra quelli animati, Asterix e il Regno degli Dei si rivela un prodotto riuscito e più maturo rispetto ai precedenti (dove a prevalere era spesso l’azione sulla morale) che fa della satira un’arma innocente di intrattenimento.


Titolo originale: Astérix: Le domaine des dieux
Regia: Louis Clichy e Alexandre Astier
Durata: 85’
Distribuzione: Koch Media
Origine: Francia, 2014

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