Robert Rodriguez e Frank Miller a Roma per Sin City 2

Sin City 3D – Una donna per cui uccidere è stato presentato in anteprima a Roma alla presenza dei due registi Robert Rodriguez e Frank Miller, che è anche l'autore della graphic novel che ha ispirato il film. Sin City arriverà al cinema il 2 ottobre.

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Sin City 3D – Una donna per cui uccidere è stato presentato in anteprima a Roma alla presenza dei registi Robert Rodriguez e Frank Miller, che è anche l'autore della graphic novel che ha ispirato il film.

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Ci sono state particolari difficoltà tecniche nella realizzazione di questo film rispetto al primo Sin City? Quali sono i riferimenti cinematografici che hanno ispirato il film?

Robert Rodriguez: Nel primo film sia gli attori che la troupe non conoscevano la tecnica del green screening e dovevano fidarsi di me, perché non erano a proprio agio con le nuove tecnologie. Ora invece sono più a loro agio, hanno familiarizzato con le nuove tecnologie e questo ci ha reso il lavoro più facile. L’innovazione maggiore in questo film rispetto al precedente è l’uso del 3D, che fa prendere vita all’universo grafico di Frank sul grande schermo.

Frank Miller: Inizialmente ho avuto difficoltà a fidarmi di Robert, poi ho capito che lui era in grado di fare ogni cosa, e che se avevo un’idea non dovevo fare altro che comunicargliela perché lui l’avrebbe realizzata. L’ispirazione per i personaggi è arrivata da fonti diverse, prima tra tutte la mia immaginazione. Sono cresciuto con i film noir e crime. Per quanto riguarda il personaggio di Eva Green, volevo che fosse la quint’essenza della femme fatale e nel film ho cercato di racchiudere tutte le femme fatale del passato, sexy e tragiche allo stesso tempo. Pe Mickey Rourke invece ho visualizzato un’immagine ancora prima di iniziare a scrivere: “Conan con un trench”, un barbaro in un contesto urbano.

 


Nel primo episodio Clive Owen interpretava Dwight, ora invece ha il volto con Josh Brolin, anche dopo l’operazione di chirurgia plastica al viso. Qual è il motivo di questo cambiamento?

Robert Rodriguez: L’idea originaria era quella di avere attori diversi, quindi nel finale Clive Owen doveva prendere il posto di Josh Brolin. Mentre attendevamo che fosse disponibile, perché era impegnato in un altro progetto, abbiamo provato a girare l’ultima scena con Brolin e ci siamo resi conto che funzionava.

Frank Miller: Glia attori amano stare sul set e noi siamo stati fortunati a trovare un cast straordinario come questo. Sono stato ispirato dalle loro performance e ci siamo innamorati di loro. Posso confermare che le voci negative sugli attori, secondo cui sono capricciosi, sono false. Al contrario, credo che siano sono grandi lavoratori e molto creativi, e che la loro arte sia fondamentale per la riuscita di un film.

 

In una conversazione con Will Eisner sul rapporto tra fumetto e cinema, lui ha definito i fumetti più simili al teatro che al cinema. Come si pone Sin City in questa diatriba?

Frank Miller: Devo dare il merito a Robert per il film. Quando ho scritto queste storie credevo che fossero impossibili da adattare per il grande schermo, poi Robert mi ha dimostrato che invece potevano essere adattate. Con Eisner siamo stati amici per venticinque anni e lui ha sempre avuto questa idea sui fumetti, mentre io a un certo punto ho iniziato a pensare che potevano diventare un film. Il rapporto con Eisner è sempre stato molto intenso e abbiamo sempre amato confrontarci su qualsiasi cosa, comprese le minuzie grafiche delle storie.
 

 

Ha mai pensato di rifare il film di Daredevil? Come si pone verso le critiche feroci mosse alla graphic novel Holy Terror?

Frank Miller: Ho imparato tanto da Rodriguez e ho capito che per fare dei buoni film basati sui fumetti, per prima cosa bisogna prestare attenzione al materiale di partenza e conoscerlo a fondo. La vita è troppo corta per pensare a ciò che fanno gli altri. Anche per Elektra non posso fare nulla, perché i diritti del personaggio appartengono alla Marvel e non è una questione in cui posso intervenire. Non mi scuso per la graphic novel, perché nel 2001 molti dei miei concittadini sono stati brutalmente uccisi, e quindi ciò che ho scritto era una reazione a questa crudeltà. Ad oggi sono molto fiero di ciò che ho scritto e disegnato.

 

 

Nel film ci sono molte scene di nudo, a cosa è dovuta questa scelta?

Robert Rodriguez: Questo film è basato sul lavoro di Frank dove ci sono molte scene di nudo, ma sono disegnate in maniera molto elegante e per far capire alle attrici il lavoro che avevamo intenzione di fare, abbiamo mostrato loro le immagini della graphic novel.

 

 

Sin City si differenzia da molti film Marvel e DC proprio perché traspone fedelmente il lavoro del disegnatore nel film?

Robert Rodriguez:
Sin City è il Sin City di Miller, volevo essere molto fedele alla storia, perché lui ha una visione completa e profonda della storia e volevo che diventasse un film, non un adattamento.
Frank Miller: Spesso mi chiedono perché non lavoro ad Hollywood. Con Rodriguez ho capito che le mie opere potevano essere adattati per il cinema senza passare per quel tritacarne che è Hollywood, che rende gli adattamenti simili gli uni agli altri. I film migliori sono quelli più vicini al materiale di partenza. È difficile mantenere l’integrità, ma bisogna rimanete fedeli alla storia.

 

 

Il film è un’evoluzione rispetto al fumetto. Credete che sia possibile un ritorno alla carta, o l’evoluzione naturale è l’adattamento cinematografico? Che tipo di effetti narrativi ha sviluppato l’uso del 3D?

Frank Miller: È difficile rispondere perché oggi pensare al personaggio di Marv senza Mcikey Rourke per me sarebbe impossibile.
Robert Rodriguez: Il 3d aiuta tantissimo, l’universo di Miller è astratto, e un puntino bianco con il 3D si trasforma in neve. In alcuni film, come in questo, il 3D aiuta a concentrarsi sugli elementi fondamentali.
Frank Miller: La storia è tutto per il cinema e per la tv. Il 3D aiuta solo gli occhi a focalizzare l’attenzione e a concentrarsi su ciò che serve, ma non dimenticate l’importanza della storia.

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