Mateo – Incontro con Maria Gamboa e Guido Ripamonti

Mateo, Maria Gamboa

Ieri mattina al Kino di Roma è stato presentato il film diretto dalla regista colombiana che ha vinto il premio speciale Grifone di Cristallo – Banca della Campania al Giffoni Film Festival 2014. Accompagnata da Guido Ripamonti, co-fondatore del Centro Culturale Horizonte, ha concesso un'intervista Skype dalla Colombia. In sala dal 22 gennaio.

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Mateo il film di Maria GamboaMateo è stato presentato ieri mattina al Kino di Roma dal distributore Cineclub Internazionale. L'opera prima della colombiana Maria Gamboa, formatasi tra la Tisch School of the Arts del'Università di New York e la Sorbonne di Parigi, è stata in Concorso al Giffoni Film Festival 2014 dove ha conseguito il premio speciale Grifone di Cristallo – Banca della Campania.

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La regista, intervenuta via Skype, per Mateo ha tratto ispirazione dalla sua serie tv Revelados incentrata sulla tutela degli adolescenti che entrano nei conflitti armati. Desiderosa di comprendere le dinamiche che scaturiscono dal contatto fra questi ambienti e l'arte, ha iniziato una ricerca sulle esperienze comunitarie pacifiste nel cuore del Magadalna Medio, i luoghi cari al suo lungometraggio. Con lei c'è stato l'attore, regista e drammaturgo italiano, direttore e co-fondatore del Centro Culturale Horizonte, in Colombia, Guido Ripamonti da cui trae spunto la figura del co-protagonista Padre David. Il film sarà in sala dal 22 gennaio.

 

Si può sconfiggere il peso del destino che sembra incombere prepotente sulle teste di questi Mateo di Maria Gamboaragazzi?

Guido Ripamonti: Credo che in ogni luogo del mondo, dalla Colombia a Napoli la domanda da porsi sia: c'è o non c'è speranza? Nei posti, come quello descritto in cui non c'è netta cesura tra bene e male è paradossalmente più facile parlare di speranza rispetto quelli in cui il bianco e il nero sono chiaramente distinti…è il contesto che ti porta ad essere quello che sei per 'adattamento'.

 

 

I ragazzi del gruppo di teatro che hai creato stanno con voi in pianta stabile o si alternano?

Guido Ripamonti: Sono fondamentalmente partecipanti. Far parte è diverso da essere parte. La maggior parte dei ragazzi sono con me da sempre, alcuni da otto anni, ma è normale che ci siano persone che transitano. Ciò che mi preme è che i giovani riscoprano la dignità di essere umani, di lavorare con gli altri cose più profonde rispetto il sopravvivere e il benessere.

 

 

Esistono casi di ragazzi inviati a 'far teatro' come obbligo scolastico?

Guido Ripamonti: No, non esiste quest'obbligo. È stata una scelta obbligata a livello di scenaggiatura

 

 

Mateo di Maria Gamboa, premio speciale Grifone di Cristallo al Giffoni Film Festival 2014Perchè hai scelto la valle di Magdalena Medio, in Colombia?

Maria Gamboa: Mentre lavoravo ad una serie tv sulla tutela degli adolescenti che entrano nei conflitti armati ho incontrato padre Francesco de Ru, un sacerdote gesuita che promuove attività per allontanare i giovani dall'arruolamento (FARC) operante in particolar modo proprio nella Regione di Magdalena Medio. Sono entrata in contatto con giovani socialmente vulnerabili che hanno affrontato queste esperienze e da lì sono partita con una serie di ricerche antropologiche.

 

 

Il film è uscito in Colombia e che tipo di riscontro ha conseguito?

Maria Gamboa: Il film ha girato molti festival e ho notato ovunque responsi molto positivi. In Colombia è uscito nelle sale grazie al sostegno delle Nazioni Unite, sostegno fondamentale, soprattutto nelle zone ad alto allarme FARC, perchè il distributore decidesse di proiettarlo.

 

 

Gli attori sono tutti professionisti?Mateo, Maria Gamboa

Maria Gamboa: Solo il co-protagonista Felipe Botero che interpreta Padre David, gli altri ragazzi provengono in maggioranza dal vero gruppo teatrale, quello di Ripamonti, che ha anche formato altri giovani protagonisti.

 

 

Come mai hai deciso di pedinare i tuoi protagonisti?

Maria Gamboa: Da un lato l'uso della mdp ravvicinata è stata una scelta tecnica che ha agevolato il lavoro. Essendo la mia prima opera di lungometraggio ho voluto stare vicino agli interpreti fornendo loro meno indicazioni possibili circa il movimento nello spazio, ma dall'altro lato è stata una vera e propria scelta stilistica, l'intento è stato di accedere alle loro pieghe psicologiche.

 

 

Che tipo di scelta ha richiesto la trasformanzione graduale del protagonista principale?

Maria Gamboa: E' stata una scelta di sceneggiatura cui si è aggiunta la perspicacia del protagonista Carlos Hernande.

 

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