7º DonnaFugataFilmFestival

Al Castello di Donnafugata (Ragusa) il festival dei segni zodiacali da domani al 23 agosto

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Sarà all’insegna della multimedialità, con le performances tribali dei Tamburi di Harmattan e quelle poetiche delle Notti di Zima, oltre alla programmazione dei primi corti realizzati da autori siciliani, e alla copia restaurata del classico La donna che visse due volte di Alfred Hitchcock, l’inaugurazione della VII edizione del DonnaFugataFilmFestival – L’isola come set domani, nella suggestiva location del Castello di Donnafugata (Ragusa). Organizzato dal Cinestudio Groucho Marx e la Fondazione degli Archi, storiche strutture culturali del ragusano, in collaborazione con la Fondazione Gesualdo Bufalino e Archinet Srl, il festival si snoderà fino a domenica 23 agosto. Patrocinato dalla Città di Ragusa, il DFFF nasce dalla singolare vocazione del Castello di Donnafugata come luogo naturaliter cinematografico, più volte utilizzato dal cinema come spettacolare set, da ultimo Matteo Garrone in Tale of Tales.

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manifesto donnafugatafilmfestivalLa sezione più densa di eventi, per il suo peso all’interno del palinsesto è lo ZodiacFilmFest: un’idea eccentrica per favorire un excursus cinematografico – anche e soprattutto a beneficio delle giovani generazioni – attraverso l’alfabeto delle stelle. Dal 2009, in cui l’incombenza del segno dell’Acquario – come non ricordare l’auspicata Age of Aquarius? – forniva ottimi auspici per iniziare questa singolare avventura, si è andati anno dopo anno ad esplorare i vari segni zodiacali, fino ad approdare in questo 2015 al segno del Leone. Impossibile omaggiare in pochi giorni tutti gli artisti del segno: facendo ammenda per alcune non irrilevanti omissioni, il direttore artistico Salvatore Schembari – in questa edizione coordinato dal guest director (naturalmente “leone”) di turno, il regista Francesco Calogero – ha tenuto a mettere in evidenza cineasti del calibro di Stanley Kubrick (a cui sarà dedicata un’autentica maratona nella giornata conclusiva di domenica 23, proiettando su tutti gli schermi del festival gran parte della sua filmografia) o Alfred Hitchcock. Proprio al mago del brivido saranno dedicati vari omaggi, da quello iniziale ad alcune incursioni nel suo periodo inglese, all’interno di un segmento composito tutto destinato ai film muti – dove ci sarà spazio, tra gli altri, per i “leoni” Cecil B. DeMille, Theda Bara, Clara Bow – chiamato ll ruggito del leonefilm muti della MGM (e non solo), con proiezioni spesso precedute dal ruggito (silenzioso) del celebre Leo the Lion, voluto dal “leone” Samuel Goldwyn. A seguire, nello stesso schermo dell’Arena del Castello, Una notte da leoni, commedie “indimenticabili” in cui sono coinvolti protagonisti del segno – vedi Blake Edwards o John Landis – per sorridere fin quasi alle prime luci dell’alba.

Ma ancor prima del tramonto, momento in cui dagli spalti del castello si gode lo spettacolo del sole che va via, e un cocktail accompagna la presentazione di libri – protagoniste le autrici Amy Pollicino (Quasi morta. Il segreto della felicità) giorno 16 e Marilina Giaquinta (L’amore non sta in piedi) il 23 – o le masterclass degli ospiti della serata, la Sala Bianca ospita le sezioni Leoni d’oro, destinata al cinema più strenuamente d’autore – inaugurata “giocoforza” da Il segno del leone di Eric Rohmer – e La parte del leone, in cui si evidenziano i ruoli affidati ai grandi attori “leoni” (da Peter O’ Toole mattatore nel Leone d’inverno, a Robert De Niro, Dustin Hoffman, Robert Redford, Hilary Swank).

una notte da leoniNon meno complesso il programma serale dell’Arena del Fossato – altro spazio suggestivo all’esterno del Castello di Donnafugata – dove si succederanno la striscia chiamata La fossa dei leoni, tutta dedicata a drammatici confronti, e Hic sunt leones, in cui invece i film racconteranno incontri “fatali” – Sean Penn e Madonna (Shangai Surprise), Antonio Banderas e Melanie Griffith (Two Much) – o semplicemente proficui tra “leoni”: quello tra Wenders e la Bausch in Pina, tra David O’Russell e Jennifer Lawrence (American Hustle), James Cameron e Arnold Schwarzenegger nel primo Terminator, Roman Polanski e il suo sceneggiatore feticcio Gérard Brach in Repulsion, Daniele Luchetti e il suo primo produttore Nanni Moretti, poi protagonista nel successivo Il portaborse, Sam Mendes e Kevin Spacey in American Beauty (un film in cui l’incontro è veramente “fatale”), per finire con Hitchcock, in cui viene tratteggiato il rapporto tra il grande regista inglese e la moglie (anch’essa del segno) Alma Reville, interpretata dall’austera “leonessa” Helen Mirren.

Ma il momento clou del DFFF è certamente nel Cortile Grande del Castello, in cui si succederanno numerosi ospiti, presentati da un volto noto al pubblico cinematografico e televisivo, l’attore Claudio Botosso. Dopo la serata inaugurale, sarà l’attore Carlo Caprioli a parlare (anche attraverso i film Leoni al sole e Parigi o cara) del padre, l’indimenticato attore e regista Vittorio Caprioli – proprio nel giorno della sua nascita, il 15 agosto – e del suo rapporto professionale e sentimentale (un altro incontro fatale) con la “leonessa” Franca Valeri. Il 16 sarà invece il guest director Francesco Calogero a festeggiare il compleanno presentando un breve promoreel del suo nuovo film Seconda primavera – in uscita nelle sale italiane a ottobre – oltre alla commedia “festivaliera” Visioni private, in presenza dell’attore “leone” Antonio Alveario, in evidenza anche nei panni di Totò Riina nel fortunato La mafia uccide solo d’estate di Pif.

Non si aggirano però per Donnafugata solo branchi di leoni: lunedì 17 sarà la volta del palermitano Gaetano Di Lorenzo, autore del documentario A proposito di Franco (prodotto dalla Arknoah di Francesco Torre) sul regista siciliano Franco Indovina, scomparso precocemente, nell’ambito della sezione L’isola come set, che dà il sottotitolo all’intero Festival. Privilegiando il binomio Sicilia & Cinema, dalla sua primitiva storia produttiva fino alla cinematografia contemporanea, con uno sguardo attento e curioso verso le nuove piattaforme delle arti visive nate in Sicilia, la sezione ospiterà alcuni tra i principali filmmaker isolani. Tra questi, Alessandro Aiello, Sebastiano Pennisi, Vincenzo Cascone, Alessandro De Filippo, senza dimenticare i protagonisti della Maratona di San Berillo, nella notte del 20 agosto: quattro doc – rispettivamente di Elena Russo, Carlo Lo Giudice, Edoardo Morabito, Maria Arena – e un film (Più buio di mezzanotte, di Sebastiano Riso) per raccontare, da punti di vista molteplici, lo sventramento e la vita tormentata dello storico quartiere di Catania che ispirò la scrittrice Goliarda Sapienza.

Sono siciliani, ma anche “leoni”, i due ospiti di martedì 18: il regista e direttore della fotografia Daniele Ciprì, di cui verrà proiettato La buca e l’attore Alessio Vassallo, di casa nel Ragusano dopo l’interpretazione di Mimì Augello nel Giovane Montalbano, e di recente brillante protagonista di Fino a qui tutto bene. Tutta dedicata alla critica – in particolare, a due grandi critici “leoni” – la serata del 19, con una breve intervista filmata ad Alberto Farassino, e un più lungo doc dedicato al siciliano Lino Miccichè dai figli, il regista Francesco e il produttore Andrea, da poco presidente del NuovoImaie (di cui si parlerà nel consueto spazio preserale). Ricordando due critici entrambi grandi estimatori del primo Moretti, sarà inevitabile chiudere la serata con l’esordio del cineasta romano Io sono un autarchico, nel giorno del suo 62mo compleanno.

il gesto delle maniLa serata di venerdì 21 i doc Il sogno di Medea di Vincenzo Cascone (dedicato a Giovanni Robustelli), e Il gesto delle mani di Francesco Clerici (dedicato a Velasco Vitali) ci ricordano che il DFFF nasce in una terra di grande vocazione pittorica – il celebrato gruppo di Scicli, a partire da Guccione e Sarnari, fino alle generazioni successive – e affida sempre a importanti artisti i manifesti del Festival: in questa edizione i tre pittori “leoni” Giovanni La Cognata, Arturo Barbante (che presenterà nelle sale del Castello anche la mostra “Re-Cibus”) e Salvo Catania Zingali (con la mostra “Movi(e)motion Cineclub Leone”). A queste mostre si aggiungeranno “Geografie del cuore” di Fabio Salafia e “Trasmutazione” di Almacesco. La serata sarà aperta dal doc Lo stato brado di Carlo Lo Giudice e chiusa dal poco noto Hollywood Confidential del regista e critico “leone” Peter Bogdanovich, a novembre nelle sale italiane con Tutto può accadere a Broadway.

Infine, sabato 22 agosto, prima dell’appendice domenicale con la maratona Kubrick, l’ultimo ospite del DFFF sarà l’attore “leone” Massimo Wertmüller, che presenterà il corto Ad arte (da lui anche diretto assieme ad Anna Ferruzzo) prima di Esercizi di stile – rimasto inedito nelle sale italiane dopo la prima al Festival di Venezia 1996 – quattordici episodi ispirati a Queneau, e diretti da vari registi, omaggiando tutti i generi cinematografici. Il film di chiusura è Boyhood. Ospite del DFFF 2010, il direttore della fotografia Lee Daniel raccontò al pubblico la scommessa del suo amico regista Richard Linklater: girare ogni anno, per dodici anni, alcune scene di un film, accompagnando la crescita di un adolescente (e dei suoi familiari). Finalmente completato, il Festival mantiene subito la promessa di proiettare il film, sfruttando l’appartenenza di Linklater al segno del leone…

Il programma del festival

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