“Hedwig – La diva con qualcosa in più” di John Cameron Mitchell

Mitchell ha il coraggio di mettere in gioco la sua anima in una storia che contiene numerosi momenti musicali ma che non è contenuta né sopraffatta da questi

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Il viaggio del piccolo Hansel ha inizio nella lontana Berlino Est, la città del muro che Hansel cercava di scavalcare con la fantasia e con la musica della radio americana che ascoltava immerso nel rifugio del forno di casa. Hansel non è però in cerca di una semplice evasione ma di una precisa identità. L’incontro con Luther, militare americano di stanza a Berlino, aiuta Hansel a superare il Muro di Berlino, la demarcazione femminile/maschile, procurandogli un nuovo nome (Hedwig), una nuova casa (USA) e un “pollice arrabbiato”. Giunt(o)a negli USA, Hedwig si rende conto di non essere arrivata a casa ma di essere in cerca dell’amore (inteso in senso platonico) per placare il suo “pollice” e trovare il completamento dell’altra parte di sé. John Cameron Mitchell accompagna Hedwig, la sua creatura, in questo viaggio alla (ri)scoperta di sé stesso, allestendo un musical davvero singolare. Mitchell non si mostra affatto interessato a costruire una struttura spettacolare in cui inserire la sua storia e le sue canzoni. Il viaggio iniziatico della sua Hedwig è trasformato in un diario privato musicale che si discosta da classici come “The Rocky Horror Picture Show” o “Jesus Christ Superstar” in cui la narrazione si disperde nell’attesa del pezzo musicale successivo. Mitchell ha invece il coraggio di mettere in gioco la sua anima in una storia che contiene numerosi momenti musicali ma che non è contenuta né sopraffatta da questi. Il suo diario privato è comunque arricchito dalla bella musica che lui ha voluto inserirvi e che rende un chiaro omaggio al movimento glam-rock con cui non ha mai fatto mistero di essere cresciuto. Il viaggio di Hansel/Hedwig viene infatti scandito dalle note della musica dell’infanzia del regista stesso, a testimoniare l’aderenza del piano della finzione con quello della realtà. “Hedwig” riesce così ad imporsi come un riuscito tentativo di musical delle emozioni in presa diretta.Titolo originale: Hedwig and the Angry Inch
Regia: John Cameron Mitchell
Sceneggiatura: John Cameron Mitchell
Fotografia: Frank G. DeMarco
Montaggio: Andrew Marcus
Musica: Stephen Trask
Scenografia: Therese DePrez
Costumi: Arianne Phillips
Interpreti: John Cameron Mitchell (Hedwig), Miriam Shor (Yitzhak), Stephen Trask (Skszp), Theodore Liscinsky (Jacek – chitarrista), Rob Campbell (Krzysztof – il bassista), Michael Aronov (Schlatko – il batterista), Andrea Martin (Phyllis Stein), Ben Mayer-Goodman (Hansel), Alberta Watson (Madre di Hansel/Hedwig), Tommy Gnosis (Michael Pitt)
Produzione: Christine Vachon, Katie Roumel, Pamela Kouffler per Killer Films
Distribuzione: Nexo
Durata: 88’
Origine: Usa, 2001

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