OMBRE ELETTRICHE – De Bello Thai: "Sema the Warrior of Ayodhaya" di Thanit Jitnukol

Dopo un aver fatto voltare molte teste con "Bang Rajan" e dopo il passo falso di "Kunpan – Legend of the Warlord", Thanit Jitnukol torna al suo grande amore per eroismo, storia e battaglie epocali con "Sema the Warrior of Ayodhaya" (in originale Khunsuk), grazie al quale conferma di essere regista di spicco in un panorama emergente, il cinema thai

--------------------------------------------------------------
CORSO DI SCENEGGIATURA ONLINE DAL 6 MAGGIO

--------------------------------------------------------------

Sema the Warrior of Ayodhaya, presentato in anteprima all'ultimo Bangkok Film Festival, è un dramma epico tra guerra, amore e vendetta, dove le vicende di un povero costruttore di spade e di un ambizioso generale si intrecciano nella speranza di ottenere i favori di una bella nobildama. Sema, che nonostante le umili origini ha il talento e la ferocia del combattente nato, passa subito in vantaggio rispetto al viscido generale Khan, il quale ricorre a tutti i trucchi possibili, compreso minacciare il padre del rivale e rapirne la sorella, pur di sbarazzarsi della minaccia. Ma la differenza di classe colma il gap e cancella in un sol colpo gli onori guadagnati da Sema sul campo di battaglia: accusato di omicidio insieme ai due fedeli compagni Sin e Somboon, il soldato semplice trova rifugio sotto l'ala protettiva di un comandante che ha bisogno della sua abilità con la spada per addestrare un plotone destinato a grandi imprese nella vicina battaglia contro i ribelli Hongsa, serpi da estirpare, pericolosi traditori del regno.
Le cifre messe in campo per preparare il kolossal impressionano: 12 assistenti registi, una seconda unità composta da 4 preziosi collaboratori, 3 montatori, 2 direttori artistici con 18 tecnici alle proprie dipendenze, 3 costumisti. Ma a lasciare senza fiato sono soprattutto lo sfarzo produttivo, la cura per i dettagli e le coreografie, in special modo quando si tratta di inscenare grandi battaglie in campo aperto, semplicemente strabilianti.

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

Recuperato il proprio ardore registico, Jitnukol dà fondo a tutto il repertorio di cui dispone per rendere spettacolari anche le sequenze più umili e per offrire al pubblico l'unica possibile alternativa di valore al monumentale blockbuster storico Suryiothai (2001) del principe Chatrichalerm Yukol. E allora poco importa se la love story in sottofondo è la stessa vista in centinaia di cappa e spada, se la sceneggiatura si perde in lungaggini quando dovrebbe sintetizzare e anticipa con scarso tempismo i colpi di scena, se la recitazione è poco meno che professionale. La violenza degli scontri si sposa a meraviglia alla semplicità della trama e ne amplifica il messaggio universale all'insegna della rivalsa, personale e nazionale.
I corpi sudati e frementi dei guerrieri, atleti muscolosi, impavidi paladini dell'onore proprio e collettivo, scattano ad ogni ordine del regista e si immolano senza risparmiarsi, sanguinanti e squassati tanto dalle maestose carrellate che ne accompagnano l'impeto che dai possenti colpi di spada e bastone del nemico. Fotografia (a cura di Vardhana Vunchuplou: scintillante, imprime sui volti dei protagonisti il verde delle foreste e abbaglia di riflesso la platea), location selvagge e colonna sonora sinfonica sottolineano con mestiere i momenti clou e illuminano di una luce brillante la virilità dell'opera, l'assoluta deflagrazione degli eventi, divina moira cui gli uomini, umili mortali, possono solo inchinarsi. Uniche note stonate: qualche siparietto inessenziale (l'estrazione del dente); un paio di totali in cui, accecato dalla grandeur, il talvolta narcisista Jitnukol si fa prendere la mano; i soliti personaggi tragicomici di contorno (il buffo Sin, dal temibile martello). Gladiatorio, scorretto (c'è spazio anche per uno stupro & vendetta), catartico, Sema the Warrior of Ayodhaya è il punto di non ritorno, anche kitsch, dell'azione autocelebrativa, in pompa magna. Un dramma imponente, quantitativamente smisurato, che ha la grande dote di coinvolgere fin dal primo serrato confronto.


 

CREDITI


Sema the Warrior of Ayodhaya


Thailandia, 2003


regia: Thanit Jitnukol
sceneggiatura:
Mai Muangdum, Sumtum Boongua, Gonggiat Komsiri, Yotpong Polsup


fotografia: Vardhana Vunchuplou
musica: Tippatai Pirompug
cast:
Vorawith Kaewphet, Sawinee Pukaroon, Phummarin Chunjit, Planglit Sangcha, Praptpadol Suwanbang, Jaran Ngamdee, Pimthong Klinsmith


 


LINKS


http://www.khunsuk.com  [sito ufficiale] – thailandese


http://www.brns.com/thaifilms/pages/thai19.html  [recensione] – inglese


http://www.bangkokfilm.org/festival/filmdetail.aspx?Id=35  [scheda] – inglese


http://www.movieseer.com/MovieProfileBil.asp?moID=3419&Channel=2  [scheda] – inglese


http://molodezhnaja.ch/thai_2003.htm#khunsuk  [recensione] – tedesco


 


DOVE ACQUISTARE


Sema the Warrior of Ayodhaya è uscito in dvd economico (come Khunsuk: reg. 0 – PAL) per la thailandese Premium Digital Entertainment, in lingua originale con sottotitoli inglesi rimovibili. Letterboxed, buona qualità audio / video e pochi extra: solo due trailer e un video musicale. Disponibile presso http://www.thainetcity.com .

--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array