"Annapolis", di Justin Lin
Quando la superficie piatta della sceneggiatura e del montaggio non fa passare emozioni al cuore e tutto annega nella linearità e nel giusto rapporto causa/effetto, il cervello corre inesorabilmente alle realtà che conosce.
Jake (James Franco), ragazzo di famiglia non ricca, viene ammesso contro tutti i pronostici all'Accademia Navale di Annapolis, sede storico/mitica della marina statunitense. E' la sua occasione. Le cose si rivelano – ovviamente – più difficili del previsto, soprattutto quando il protagonista si trova a dover fronteggiare un ufficiale, un suo superiore, in un incontro di boxe.
Lasciamo stare la rilevante dose di ansia sociale legata a tutto quello che dalle immagini proiettate su uno schermo fuoriesce necessariamente all'esterno – il sogno americano di quelli che svernano nelle fasce la cui definizione – 'basse' – non perdona nell'accomunare, senza discriminazioni, black americans e white trash: per chi non ha i soldi per l'università, per chi non ha abbastanza motivazione o capacità, le forze armate rappresentano sapientemente (vengono loro a trovarti a scuola con una lista di benefits già pronta) la porta del paradiso della realizzazione personale. Il taiwanese Justin Lin (Better Luck tomorrow, Shopping for Fangs) poteva prendere una deviazione – magari anche piccola, sussurrata, per indizi – di sfondo sociale/psicologico…ma quello è Michael Moore, qui forse non si voleva esattamente il contrario? Non si vorrebbe pensarlo, ma quando la superficie piatta della sceneggiatura e del montaggio non fa passare emozioni al cuore e tutto annega nella linearità e nel giusto rapporto causa/effetto, il cervello corre inesorabilmente alle realtà che conosce.
Quattro righe di trama, e già ci sono venuti in mente almeno Ufficiale e gentiluomo e Men of Honor, senza voler scomodare Full Metal Jacket. Là Richard Gere o Robert De Niro, si sa, potevano rappresentare il richiamo di turno per il pubblico o – a seconda dei casi – 'reggere' la pellicola. In Annapolis, che al cinema non aggiunge nulla di nuovo – storie di disciplina, di pseudoguerra con un potere incarnato in una scala gerarchica, di rivalsa: possono essere esplosive o fare l'effetto di un sonnifero, dipende da come si raccontano, e qui non c'è invenzione, né creatività, non c'è idea, né un punto di vista che accenda anche un solo bagliore dietro la macchina da presa – potevamo legittimamente aspettarci una prova di forza al livello della recitazione, che avrebbe dato almeno un senso al film. Del resto, gli attori non sono da buttare: ma James Franco (Mai stata baciata, Spider-man, City by the sea, The company) e Tyrese Gibson (2 fast 2 furious, Four brothers) hanno senza dubbio dato prove migliori. Sembrano, insieme agli altri, tutti fuori fuoco. Non sono dentro alla storia – figuriamoci quanto può esserlo lo spettatore.
Titolo Originale: Id.
Regia: Justin Lin
Interpreti: James Franco, Tyrese Gibson, Jordana Brewster, Donnie Walhberg, Roger Fan
Distribuzione: Buena Vista International Italia
Durata: 108'
Origine: Usa, 2006