Addio a Umberto Lenzi, padre del “poliziottesco” italiano

E’ morto Umberto Lenzi, padre di Er Monnezza e inventore del genere “poliziottesco” italiano. Il ricordo di Dardano Sacchetti

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Umberto Lenzi, tra gli inventori del genere “poliziottesco” italiano e padre del celeberrimo Er Monnezza interpretato da Tomas Milian, è morto all’età di 86 anni.

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Regista, scrittore e sceneggiatore romano, Lenzi ha dato vita tra gli anni Sessanta e Settanta a veri e propri cult. Tra questi impossibile dimenticare Roma a mano armataNapoli violenta, Milano odia: La polizia non può sparare, Cannibal Ferox e tante altre pellicole che lo hanno portato a guadagnarsi l’ammirazione di Quentin Tarantino, appassionato di film di genere italiani.
In collaborazione con l’attore cubano Tomas Milian e lo sceneggiatore Dardano Sacchetti ha creato il celebre personaggio di Er Monnezza, nato con Il trucido e lo sbirro del 1976.

Umberto Lenzi

Dal 2008 si è dedicato principalmente alla scrittura di romanzi noir come “Roma assassina” e “Delitto a Cinecittà”, concedendosi una pausa dal mondo del cinema.

Ecco la lettera con cui lo saluta proprio Dardano Sacchetti, dalla sua bacheca di facebook:

Ciao Umberto,
insieme abbiamo fatto diversi film, ci siamo frequentati, divertiti, litigati. Sotto il tuo attico, vicino ad un albero, mia figlia cominciò a parlare, aveva nove mesi e disse “alpeto” mentre tu ed io scarrozzavamo follemente per Roma a mano armata, snodo di un genere che cambiò pelle. Abbiamo anche tentato ridicole commedie sociali e fantasy improbabili, abbiamo, tra i tanti peccati, fatto parlare gli australopitechi come giovani liceali snob, abbiamo goduto di una manciata di fortuna e notorietà, abbiamo fatto squadra, poi ci siamo persi quando la Milano da bere ci travolgeva con le sue illusioni ma il paese era segnato dalle brutte cicatrici degli anni di piombo. Entrambi abbiamo cercato di resistere e galleggiare, tu ti sei mirabilmente reinventato come scrittore di gialli e ci siamo sfiorati alla libreria dello spettacolo una sera. Con te ho visto il cinema ma soprattutto i set che aprivi volentieri, non spiegavi i tuoi segreti ma li sciorinavi davanti a tutti. Ti piacevano i registi americani di azione, ti piaceva lo stile asciutto di Fuller. Mi ha fatto molto piacere essere stato coinvolto in un tentativo di remake di un tuo film tra i più famosi, ma la cosa non si è quadrata. Cose di due anni fa, andate a farsi fottere nella notte come tutto il nostro cinema più schietto. Ciao Umberto, che la terra ti sia lieve ma non aver fretta come tuo solito adesso hai tempo in abbondanza per sognare tutto quello che vuoi.

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