Steven Spielberg, di Andrea Minuz

Edito da Marsilio per la collana Elementi, arriva una raccolta di saggi sul personaggio che è sinonimo di Hollywood. Da Jaws a Ready Player One, una monografia che setta i punti cardine su Spielberg

--------------------------------------------------------------
CORSO DI SCENEGGIATURA ONLINE DAL 6 MAGGIO

--------------------------------------------------------------

Quando Forbes collocò Spielberg al primo posto nella classifica dei personaggi più influenti della cultura occidentale, Gerry Philpott commentò con: “Se qualcuno nutre dubbi sul risultato del sondaggio, basti pensare a quante persone quest’estate esiteranno un istante prima di farsi il bagno”. Jaws (Lo squalo), non è solo il film definitivo della New Hollywood, rompendo la dicotomia tra arte e industria, è anche il film che ha fatto arrivare in cima ad Hollywood Steven Spielberg. Un Hitchcock moderno, accusato dalla critica, all’inizio della sua carriera, di essere unicamente un mestierante interessato al denaro che con i suoi film causava la regressione infantile dello spettatore.

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

In un periodo dove sull’autore è presente una quantità indefinita di materiale, dai making of alle interviste e le biografie, le ricerche di taglio accademico sono sempre meno. Edito da Marsilio per la collana Elementi e a cura di Andrea Minuz, docente di storia del cinema della Sapienza di Roma, arriva un manuale monografico sul personaggio più ai vertici della piramide hollywoodiana. Un viaggio dentro l’universo spielberghiano, dove vengono esplorati tutti i riferimenti presenti nella sua opera modernamente classica, costruita sempre tra ricerca e allargamento dei modi di percezione. La monografia, per completezza e stile di scrittura, è una delle letture più interessanti e scorrevoli che si possano fare sul regista. Dopo la presentazione di Paolo Bertetto, Minuz pone la pietra angolare di tutto il saggio facendo un intervento critico che abbraccia un po’ tutta la carriera del regista e setta i punti di riferimento spaziali e temporali del cineasta, che si muove tra le famiglie dell’America suburbana e i sentieri selvaggi dominati dalla tecnocrazia informatica che ricordano le frontiere da conquistare di Hawks e Ford. Una presentazione di tutte le forze che gravitano sull’autore che insieme a George Lucas è stato capace di smarcarsi in un cinema che seguendo le orme della nouvelle vague cercava di rifondarsi, per occupare un ruolo ambivalente in virtù dei suoi rapporti con l’establishment e per le distanze prese dalla controcultura americana, dove Spielberg, più che diventare l’ennesimo punto di rottura col passato, è un erede di Capra, DeMille e Ford.

Un uomo-brand che ha assorbito il cinema classico e che lo ha ridistribuito alla cultura pop contemporanea. Si scende ulteriormente nel dettaglio con Francesca Cantore che analizza, tramite le epoche e le varie fasi artistiche attraversate dall’autore di Duel, i mutamenti delle forme e delle strutture del suo cinema di genere tra adventure, war movie e science fiction. Vengono analizzati infine i film più cruciali dell’epopea spielberghiana, quelli che pongono i paletti fondamentali all’interno della sua filmografia e che ne segnano le varie fasi tra: la suspense hitchcockiana e il controllo della tensione spettatoriale di Jaws, di cui parla Valerio Coladonato; l’alieno di E.T che smette di essere il nemico della Guerra Fredda per diventare contatto sentimentale truffautiano, di cui parla Nigel Morris; il meccanismo di mimetizzazione dell’immagine costruita che diventa immagine reale in Jurassic Park, di cui parla Davide Persico; il confronto con la storia e le fobie prodotte dalla tecnocrazia informatica e il controllo del Patriot Act di Schindler’s List, Minority Report e Munich di cui parlano, in ordine, Thomas Elsaesser, Pietro Masciullo e Damiano Garofalo; e il passaggio finale dal linguaggio cinematografico a quello videoludico, di cui ci parla Mauro Di Donato, dove Spielberg rende il cinema ancor più plastico e aperto facendo confluire all’interno di un unico film, Ready Player One, tutti gli ambiti mediali segnando il luogo verso cui si sposterà l’audiovisivo del futuro, sempre più alla ricerca di esplorazione e interattività.

Steven Spielberg, a cura di Andrea Minuz
pp. 184
Marsilio, Elementi / SEQUENZE D’AUTORE
12.50 euro

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array