Il volto di Lucy Gordon
Il volto della Gordon, bellissimo e forse già imbevuto della tragica fragilità che l'ha portata a togliersi la vita pochi giorni fa, era stato scelto da Joan Sfarr per interpretare Jane Birkin nel film Gainsbourg (vie heroique), e sembrava davvero provenire dai frammenti onirici del cinema francese di un Garrel o dai tragitti giovanilistico-esistenziali perennemente in fieri di Olivier Assayas
E' come se, a volte, la cronaca necrologica del mondo dello spettacolo ci ricordasse impietosamente di quanto sia difficile essere giovani oggi. Proprio mentre a Cannes Terry Gilliam ci concede gli ultimi intensi fotogrammi di Heath Ledger (1979-2008), reinventando il suo corpo nella tangenzialità precaria di un attraversamento filmico tra la Vita e la Morte, non riusciamo a non dimenticare (e amare) il volto, ancora tutto da scoprire, di Lucy Gordon (1980-2009), emergente attrice inglese nata a Oxford e scomparsa a Parigi mercoledì scorso. Il volto della Gordon, bellissimo e forse già imbevuto della tragica fragilità che l'ha portata a togliersi la vita pochi giorni fa, era stato scelto da Joan Sfarr per interpretare Jane Birkin nel film Gainsbourg (vie heroique), e sembrava davvero provenire dai frammenti onirici del cinema francese di un Garrel o dai tragitti giovanilistico-esistenziali perennemente in fieri di Olivier Assayas, quasi a simboleggiare l'incarnazione di una bellezza aerea che è sempre e comunque appesantita dall'esserci, ma proprio per questo meravigliosamente eterna.