BERLINALE 60 – "Cosa voglio di più", di Silvio Soldini (Berlinale Special)
Dove va il film di Soldini? Difficile dire perche' si resta coinvolti in queste due ore abbondanti di registrazione della realta'. Quello che passa sullo schermo e' fin troppo vicino a quello che la vita ci racconta ogni giorno, ma il talento del regista scava in una indecidibilita' che assume quasi i contorni di uno spartiacque generazionale
Comincia con un'emozione fortissima sul volto di Alba Rohrwacher il nuovo film di Soldini. Il regista ci fionda dentro un parto in piena notte, quello della cugina di Anna, assistito dalla protagonista per via di un marito assente. Anna ha un compagno, Alessio (un iperrealistico Giuseppe Battiston), con cui ha messo su casa. Alessio e' proprio l'uomo davanti al quale ci si dovrebbe porre la domanda del titolo: socievole, paziente e pieno di attenzioni. Una vista non troppo acuta, forse. Eppure (infatti?) e' Anna a cercare un altrove, che si palesa con le sembianze di Domenico (Pierfrancesco Favino, mimetizzato in abiti verbali calabresi), tuttofare in un'azienda di catering. E' lei ad ammiccare, e' lei a cercarlo. Ne nasce un'ordinaria storia di amanti, con l'immancabile corredo: appuntamenti ogni mercoledi in motel, cascate di sms, finzioni familiari, pseudorivalse verso la moglie di Domenico (che e' sposato con due bambini piccoli), pseudosarcasmi nei confronti di Alessio, cataste di bugie senza senso di colpa, rituali funzionali al mantenimento di un ordine apparente. Ma dove va il film di Soldini? E' difficile dire perche' si resta coinvolti in queste due ore abbondanti di registrazione della realta'. Perche' quello che passa sullo schermo e che i protagonisti (inclusa Teresa Saponangelo che interpreta Miriam, la moglie di Domenico) interpretano impeccabilmente e' fin troppo vicino a quello che la vita ci racconta ogni giorno: la dialettica responsabilita'/fuga, il falso equilibrio e l'ingovernabilita' dei sentimenti, i capricci dell'anima. Tanto vicino che fin dall'inizio della pellicola i dialoghi ricalcano con fedelta' quasi abominevole i luoghi comuni di massima frequenza del parlato: luoghi comuni sui neonati, sul lavoro, sui weekend, sulle serate fuori, sulle relazioni, sul fare figli, sulla migrazione interna (la "Calabria Saudita" di Favino/Domenico), sui "non mi era mai successa una cosa del genere"…Cosa cercano Anna e Domenico? Perche' la vita e la stabilita' non bastano? Ficcati in pieno giorno a baciarsi dentro i portoni, sms a letto, fughe imbarazzanti dalle riunioni di lavoro: cercano forse prima di tutto una sorta di adolescenza perduta, un ritorno al passato impossibile davanti al peso della vita adulta fatta di colleghe e weekend organizzati, lavori in casa e mutui, conti in rosso e suoceri invadenti, sabati mattina al centro commerciale e sabati sera in pub con altre coppie e giochi di societa'. Cercano una fuga, una fuga qualsiasi che solo per caso si materializza nei rispettivi corpi. Anna e Domenico cercano l'adolescenza e
che bella recensione…ma quant'e' brava annarita guidi? fortunata sentieriselvaggi ad averla tra le sue firme. Bravi!