VENEZIA 67 – "Una coreografia d'azione nasce dall'emozione che provoca nel pubblico". Incontro con Andrew Lau e Donnie Yen

Legend of The Fist: The Return of Chen Zen. Andrew Lau e Donnie Yen presentano il film
Il regista di Legend of The Fist: The Return of Chen Zen, Andrew Lau, e Donnie Yen, protagonista e direttore delle coreografie, raccontano la loro personale versione dell'icona eroica cinese per eccellenza e il suo ritorno sul grande schermo

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Legend of The Fist: The Return of Chen Zen. Andrew Lau Il regista Andrew Lau, e Donnie Yen, protagonista e direttore delle coreografie (purtroppo assenti la bellezza in persona, ovvero Shu Qi, e il grande Anthony Wong) raccontano la loro personale versione dell'eroe Chen Zen, entusiasti per la scelta della Mostra di proporre il film nelle prime giornate: “una scelta che ci inorgoglisce, soprattutto perchè di solito cade su film artistici, d'autore e comunque raramente sui film d'azione”.

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Un ritorno, quello dell'eroe vendicatore dei cinesi, che si pone idealmente come terza parte di una trilogia che iniziava nel 1973 con Fist of Fury, con Bruce Lee, e continuava nel 1994 con Fist of Legend, interpretato da Jet Li e diretto da Gordon Chan (che di Legend of the Fist: The Return of Chen Zen figura come produttore).

 

La maggior parte delle curiosità dei presenti vertono proprio sulla difficoltà della riproposizione di un vero e proprio mito del cinema e simbolo dell'orgoglio nazionale cinese: Andrew Lau, conosciuto anche al pubblico occidentale per Infernal Affairs, è subito diretto: “Realizzare oggi una mia versione della storia, che si prestava ad essere continuamente paragonata ai film precedenti, mi ha messo decisamente sotto pressione”.

Tuttavia lo spirito del film, che esce in contemporanea con il settantesimo anniversario di Bruce Lee, è stato quello di cercare di creare una versione moderna del mito, senza tentare di cercare il confronto a tutti i costi con i film precedenti. “Ci siamo adeguati ai tempi” dichiarano Lau e Donnie Yen “per creare un prodotto di intrattenimento che potesse piacere al nostro pubblico, come unico obiettivo”.

A Donnie Yen (visto di recente nel ruolo di Ip Man, leggendario mentore di Bruce Lee, nel film di Wilson Yip) particolarmenteLegend of The Fist: The Return of Chen Zen. Donnie Yen comunicativo e disponibile, si chiede se possa avere senso parlare di eredi di Bruce Lee, e in che modo ha affrontato il doppio ruolo di attore – curando particolarmente l'espressività degli sguardi – e curatore delle coreografie per i combattimenti: “Superare Bruce Lee è impossibile e nessuno di noi aveva in mente di farlo. Tornare su una storia che aveva interpretato per noi è una gioia, ma l' unica strada per creare qualcosa di nuovo è arricchirla con il nostro stile personale: io ho lavorato proprio sulle mie emozioni, sul mio modo di vedere il personaggio, senza voler imitare in alcun modo quelli che mi hanno preceduto.

Non è facile trovare un equilibrio tra il lavoro di coreografia e la recitazione. Occorre separare i due momenti e concentrarsi su ambedue separatamente. Ma posso dire, sulla base della mia esperienza pluriennale, che al di là delle belle mosse e delle azioni audaci, ciò che rende speciale una coreografia è la capacità di catturare le emozioni del pubblico”.

 

 

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