Anna – Il nuovo film di Besson su Prime Video

Dopo le digressioni nella fantascienza, Luc Besson torna ai suoi personaggi femminili forti e ad un cinema d’azione personale, nutrito stavolta da un’attenzione al presente. Su Prime Video

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Distribuito su Prime Video da ieri, Anna è il ritorno all’action al femminile di Luc Besson dopo la digressione nella fantascienza di Valerian e la città dei mille pianeti.

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Il film vede la giovane Anna accettare un incarico nel KGB per sfuggire ad una vita fatta di stenti e senza futuro. Dopo l’addestramento diventerà un sicario al servizio dei russi e sarà al centro di una guerra di spie tra superpotenze rivali.

A prima vista Anna sembra la riproposizione di un modello di cinema con cui Besson ha raggiunto il successo negli anni ’90, con la protagonista che riecheggia i fasti di Nikita ma la verità è più complessa di quanto appaia.

La dimensione del cinema action è in effetti cambiata dagli esordi di Besson. Ora, a dettare la linea è lo stile amplificato e accelerato della trilogia di John Wick o quello sporco e realistico del dittico di The Raid firmato Gareth Evans, il tutto mentre altri personaggi femminili sono diventati icone forti tanto quanto (se non di più) le eroine del regista francese.

Non è un caso che, di recente, Luc Besson abbia scelto di allontanarsi da un modo troppo distante dal suo di concepire l’action, preferendo interrogarsi sulla percezione sensoriale in un mondo mediatizzato (con Lucy) o sul ruolo della macchina del cinema e della rappresentazione nel contesto contemporaneo (con Valerian e la città dei mille pianeti) lavorando su spunti concettuali tanto ambiziosi quanto lontani dalla genuinità dei suoi primi film.

Il fantasma delle sue protagoniste è però rimasto sottotraccia, pronto a dialogare con il regista e alla ricerca di un atto risolutivo che potesse portare la sua idea di scrittura al femminile nel reale e nella contemporaneità.

E dunque, se ritorno alle origini dev’essere, Anna vede Luc Besson ricostruire un rapporto fruttuoso con i suoi personaggi femminili, centrato  e nel tempo, Non è un caso che qui la protagonista sia una donna nutrita dall’attualità e dalle istanze post-femministe.

Besson punta dunque ad un approccio realistico, che da Nikita mutua la crudezza con cui descrive la realtà dei servizi segreti in cui si muove. Anche Luke Evans, che in Anna interpreta il reclutatore della protagonista è rimasto affascinato dal modo in cui Besson ha raccontato il mondo dello spionaggio e in una recente intervista ha dichiarato che “insieme a Luc abbiamo provato a portare in scena quella dimensione in modo tangibile, restituendo l’idea che la vita dei singoli agenti non vale nulla ma quello che conta è la missione”.

Torna però, in Anna, anche l’attenzione ad una simbologia diretta e riconoscibile. Intervistato per il lancio del film, Besson ha dichiarato infatti di essere affascinato dalle matrioske, motivi ricorrenti nel film e, secondo il regista, “perfette per descrivere Anna: nascondono sotto numerosi strati protettivi la loro identità profonda e, come Anna sono al contempo sempre uguali e sempre diverse”.

Anche la visione sul femminile torna ad essere il più possibile priva di filtri. Sasha Luss, modella alla seconda esperienza con Besson (dopo l’esordio in Valerian e la città dei mille pianeti), che ad Anna ha dato volto e corpo ha ricordato come la scrittura di Besson “non ha mai perso di vista un passo realista nella realizzazione, per dare l’impressione che Anna fosse un personaggio capace di condurre un’esistenza normale senza destare sospetti”.

Lo sguardo diretto, partecipe, con cui Besson osserva la sua protagonista influenza tanto l’intreccio quanto il rapporto con il genere del regista. La stessa Sasha Luss ricorda come il film sia una riflessione sulla solidarietà femminile a partire dal racconto della genuina complicità tra Anna e il suo agente supervisore Olga (Helen Mirren), “nata dalla consapevolezza, da parte di Olga, che lei e la sua sottoposta sono più simili di quanto si creda”.

L’attrice prosegue poi riflettendo sull’evoluzione dello stile di Besson, sottolineando quanto il regista “abbia saputo ben bilanciare spettacolo ed umanità nei personaggi, soprattutto in un momento in cui è facile scadere nel cliché supereroistico”.

Anna ha tutte le carte in regola per essere un ritorno ai modelli della sua tradizione e alla solidità degli inizi ma l’unico modo per capire quanto siano vere queste sensazioni è confrontarsi in prima persona con lui.

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