Attacco a Mumbai – Una vera storia di coraggio, di Anthony Maras

Un survival thriller tratto da una storia vera, ha l’accortezza di riuscire a non trattare in maniera banale il tema del terrorismo e di evitare ogni spettacolarizzazione

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Un gruppo di terroristi islamici compie una strage in vari locali di Mumbai fino ad arrivare all’hotel di lusso Taj Mahal Palace. È la vera storia della carneficina compiuta da terroristi del fondamentalismo islamico la notte del 26 novembre 2008. Ma soprattutto è la storia delle vittime e di coloro che sono sopravvissuti ai tragici eventi. Attacco a Mumbai – Una vera storia di coraggio, lungometraggio d’esordio di Anthony Maras, narra le vicende attraverso l’esperienza del personale e degli ospiti dell’albergo, coloro che quella hanno fatto di tutto per sopravvivere contro un nemico spietato e imprevedibile.

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Dev Patel (The Millionaire, L’uomo che vide l’infinito, Lion) interpreta un giovane cuoco di bassa estrazione sociale che per la sua negligenza rischia di essere espulso dal lavoro. Con l’arrivo dei terroristi però sarà lui a prendere in mano la situazione, rivelandosi in grado di gestire il gruppo dei sopravvissuti nel tentativo di condurli lontano dal pericolo. Fra gli ospiti dell’albergo spicca il personaggio interpretato da Armie Hammer (The Social Network, The Lone Ranger, Mine, Chiamami col tuo nome), un ricco statunitense che teme per la vita della sua piccola figlia affidata alla badante. Quando il benessere di un tranquillo soggiorno in albergo viene brutalmente interrotto dai terroristi, ogni punto di riferimento viene a mancare e subentrano la paura e il panico. La ragione rischia di cedere all’istinto di sopravvivenza e le persone nel tentativo di salvarsi rischiano di favorire la propria morte. Ognuno reagisce in maniera diversa ma è comunque necessario creare unità fra gli individui. La maggior parte dei cuochi è rimasta per organizzare il salvataggio dei sopravvissuti. Il loro coraggio ha salvato una quantità di persone che ha del miracoloso.

Attacco a Mumbai non si discosta molto dal canone dei survival thriller, ma ha l’accortezza di riuscire a non trattare in maniera banale il tema del terrorismo e di evitare ogni spettacolarizzazione. Il film non si concentra solo sulle vittime ma anche sui carnefici. Il problema è molto più complesso di quanto possa sembrare a prima vista. I terroristi non vengono rappresentati solo come spietati assassini. Essi sono dei ragazzi che credono di essere al servizio di un bene superiore. Prima di compiere un’azione efferata la dedicano al loro dio. Si tengono in continuo contatto con i superiori di cui sentiamo solamente la voce. Eseguono gli ordini, a volte ne dubitano, ma basta nominare Allah e si sentono subito motivati e giustificati. Le menti che controllano la strage non sono coloro che la compiono. I terroristi sono solo delle pedine in mano a poteri superiori privi di corporeità, che si manifestano come voci dall’altra parte del telefono.

Anthony Maras riesce a costruire un thriller ad alta tensione che fa percepire la paura e l’angoscia che provarono le vittime di quei tragici eventi. La macchina da presa non cede alla tentazione di esibire inutili virtuosismi di regia e il montaggio non lascia tregua. Ma soprattutto il regista riesce a rappresentare con efficacia l’eroismo di coloro che hanno vissuto quei momenti. Dai camerieri dell’albergo per i quali il cliente è dio, alle centraliniste che preferiscono farsi sparare piuttosto che tradire, ai poliziotti che attendendo le tardive forze speciali decidono di intervenire. Questo film è un sentito omaggio a coloro che durante quegli eventi misero la vita altrui davanti alla propria.

Titolo originale: Hotel Mumbai
Regia: Anthony Maras
Interpreti: Dev Patel, Armie Hammer, Nazanin Boniadi, Anupam Kher, Jason Isaacs, Tilda Cobham-Hervey
Distribuzione: M2 Pictures
Durata: 125′
Origine: Australia, 2018

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