È morta Silvana Pampanini

Si è spenta oggi a Roma a 90 anni una delle grandi dive del cinema italiano degli anni ’50 assieme alla Mangano, la Loren e la Lollobrigida. Era stata lungamente corteggiata da Totò

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Se ne è andata oggi a Roma Silvana Pampanini, una delle attrici più note del cinema italiano degli anni ’50. Aveva compiuto 90 anni il 25 settembre e da ottobre era ricoverata in terapia intensiva.

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Miss Italia ex aequo nel 1946, aveva raggiunto la notorietà con i settimanali illustrati e i cinegiornali. Con Lucia Bosé e Silvana Mangano è stata una delle prime dive del cinema italiano prima di Sophia Loren e Gina Lollobrigida.

Dotata anche come cantante (si era infatti diplomata al conservatorio musicale di Santa Cecilia) si era fatta notare in I pompieri di Viggiù (1949) dove era la figlia del comandante dei vigili del fuoco interpretato da Carlo Campanini. Lì aveva lavorato per la prima volta con Totò, che in quegli anni l’aveva insistentemente corteggiata. L’attrice aveva fatto addirittura credere che la canzone Malafemmena fosse dedicata a lei. Tra i tanti amori che le erano stati attribuiti, c’erano anche quelli con William Holden, Tyron Power, Omar Sharif, Orson Welles, il tenore Giuseppe Campora, re Faruq d’Egitto e il principe afgano Ahmad Shah Khan. Però non si è mai sposata e non ha mai avuto figli.

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Nel suo decennio d’oro ha girato molte commedie tra cui 47 morto che parla (1950) e Una bruna indiavolata (1951) di Carlo Ludovico Bragaglia, Bellezze in bicicletta (1951) di Carlo Campogalliani, Un giorno in pretura (1954) di Steno dove si era fatta invecchiare di 30 anni, La bella di Roma (1955) di Luigi Comencini e Racconti romani (1955) di Gianni Franciolini.

Tra i suoi personaggi più noti c’è stato quello della soubrette Gobette in La Presidentessa (1952) di Pietro Germi. Ma nel corso della sua carriera ha interpretato anche ruoli drammatici come Processo alla città (1952) di Luigi Zampa e La strada lunga un  anno (1958) di Giuseppe De Santis, candidato all’Oscar come miglior film straniero. Il regista l’aveva già diretta in Un marito per Anna Zaccheo del 1953

Ha lavorato, tra gli altri, anche con Mario Soldati (O.K. Nerone, 1951; Le avventure di Mandrin, 1952), Raffaello Matarazzo (Vortice, 1953; La schiava del peccato, 1954), Claudio Gora (L’incantevole nemica, 1953) e Abel Gance (La torre del piacere, 1955).

Dal decennio successivo si era dedicata più alla radio e alla TV. Dino Risi le aveva dato il ruolo di una diva al tramonto (forse con evidenti rimandi autobiografici) in Il gaucho (1964) e ha fatto un’apparizione nella parte di se stessa in Il tassinaro (1983) di Alberto Sordi.

Devota a Padre Pio nel 2003 è stata nominata Grande ufficiale dell’ordine al merito dal Presidente Ciampi. Spesso maltrattata dalla critica, nel 1996 ha pubblicato l’autobiografia Scandalosamente perbene dove si è paragonata a Greta Garbo.

 

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