Giornalisti ed esercenti difendono Cinecittà
Sdegno sul minacciato ridimensionamento
Le associazioni dell’esercizio cinematografico italiano Anec, Anem, Acec, Ficeesprimono preoccupazione per le prospettive negative che incombono su Cinecittà Luce a causa della drastica contrazione dei contributi pubblici. "Un patrimonio di professionalità e di materiali, noto ed apprezzato a livello mondiale, non può correre il rischio di andare disperso senza provocare danni gravissimi non solo a tutto il cinema ma all’immagine stessa dell’Italia". Così dichiarano i presidenti Paolo Protti, Anec, Carlo Bernaschi, Anem, Mario Lorini, Fice, e il segretario dell’Acec, Francesco Giraldo.
"È semplicemente impensabile – continua la dichiarazione – sciogliere il nesso strettissimo che lega il cinema italiano e Cinecittà Luce, fatto degli studi, della promozione delle opere prime e seconde, dell’archivio storico, della diffusione all’estero e soprattutto delle straordinarie maestranze. Tutti elementi che hanno fatto di Cinecittà un marchio conosciuto ed ammirato ovunque. La stessa ammissione del ministro Bondi sulla insufficienza dei fondi stanziati dal Fus non può che aggiungere preoccupazione a preoccupazione per l’evidente debolezza politica del responsabile preposto alla tutela delle attività culturali e di Spettacolo. Non resta che sperare – concludono i rappresentanti dell’esercizio – che chi ne ha le competenze proceda rapidamente alla designazione di un nuovo titolare del dicastero, scegliendolo tra coloro che sono nelle condizioni di poter affrontare rapidamente e con efficacia la drammatica situazione che i tagli ai contributi pubblici sta generando e di cui Cinecittà Luce è una delle vittime più illustri ma non certo la sola".
Il sindacato dei giornalisti cinematografici fa eco alle dichiarazioni degli esercenti, dopo l'allarme lanciato dall'amministratore delegato di Cinecittà Luce, Luciano Sovena, subito condiviso dal presidente Roberto Cicutto: "No alla chiusura, no ad ogni rischio di ridimensionamento per Cinecittà: non è neanche immaginabile che un patrimonio di valore storico non solo per il cinema e per la cultura sia condannato dai tagli che stanno mettendo in ginocchio ogni attività paradossalmente insignita di un valore di interesse culturale nazionale". "Nel mondo – afferma il presidente dei giornalisti cinematografici, Laura Delli Colli – ci sono solo due ‘marchi’ che esprimono la grandezza e la storia del cinema: Hollywood e Cinecittà. […] Ben vengano le strategie di razionalizzazione e i risparmi, ma non può essere ancora una volta il cinema a pagare il conto di sprechi e restrizioni che già fermano ogni attività strategica e limitano gli investimenti produttivi paradossalmente in una stagione di forte crescita per un intero comparto industriale".
Il SNGCI invita i giornalisti iscritti al Sindacato a garantire il massimo dell'informazione su provvedimenti che preannunciano l'ennesimo attacco ad un patrimonio da preservare, ricordando che "fermare Cinecittà Luce significherebbe spegnere i riflettori sul cinema più giovane, proprio quello, meno tutelato, delle opere prime che Cinecittà, per esplicita mission, deve produrre e distribuire." (i.f.)