"Goal! Il film" di Danny Cannon

Quello di Cannon è uno sguardo che trattiene i corpi senza esporli a quella tensione tattile di occhi che si riposano, anche solo per un istante, nel desiderio avverato di uno sguardo ricambiato. Le sue sono immagini impossibilitate a "contenere" la trasparente corporeità dell'anima che vuole essere là dove ama, più che là dove vive.

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E' proprio vero: nel cinema come nella vita tutto si riduce a desiderio o ad assenza di esso, ad una eccentricità dello sguardo e ancor più dell'animo, che è insieme perdita del centro e continuo spostamento; un ritrovarsi, quasi per incanto, in qualunque altro punto al di fuori del centro di gravità del movimento. Essere rapiti, catturati e conquistati da un intricato e intrigante drappeggio di labbra, di sguardi, di mani, di corpi in movimento, che si impigliano nella fitta rete del nostro sguardo; essere afferrati dal gioco della vita e delle immagini in cui ci si specchia, desiderosi, ogni volta, di riamarle, rianimarle, riguardarle. Il desiderio non è la traccia infinita di un'assenza, uno sfioramento a fior di pelle di ciò che nel suo fuggire si continua ad inseguire, ma qualcosa che affascina, scuote, appassiona, turba nell'istante stesso in cui ci esponiamo al movimento fuggevole della vita e alla vaghezza di uno sguardo che in esso si riflette. Con Goal! Danny Cannon, regista di Dredd, la legge sono io (diretto nel 1995 e interpretato da Sylvester Stallone), ritorna al cinema sei anni dopo Incubo finale, per raccontarci la storia di Santiago/Kuno Becker, un giovane messicano che vive in un quartiere povero di Los Angeles, sognando di diventare un calciatore professionista. Un giorno un ex calciatore lo nota in una partita di quartiere e gli propone di andare in Inghilterra per fare un provino nel Newcastle United. Dicevamo che nel cinema come nella vita tutto ciò che è fuori dal desiderio è sfumatura, tenue colore, tiepido trasporto, proprio così, e quello di Cannon è un film che manca di desiderio e in cui i corpi inseguono traiettorie lineari, delineate da uno sguardo privo di una intensità espressiva capace di eccedere la messa in scena; uno sguardo, troppo presente, che trattiene le immagini e i corpi imprigionandoli in gioco senza leggerezza e senza esporli a quella tensione tattile di occhi che si riposano, anche solo per un istante, nel desiderio avverato di uno sguardo ricambiato. Non c'è liberazione né riscossa in queste immagini, impossibilitate a contenere la trasparente corporeità dell'anima che vuole essere là dove ama, più che là dove vive.

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Titolo originale: Goal!
Regia: Danny Cannon
Interpreti: Kuno Becker, Stephen Dillane, Alessandro Nivola, Marcel Iures, Anna Friel, Kieran O'Brien
Distribuzione: Buena Vista
Durata: 105'
Origine: USA, 2005

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