"Il film di genere è un meccanismo narrativo" – incontro con Marco Martani e il cast di "Cemento Armato"

Marco Martani e Giorgio Faletti sul set di Cemento ArmatoIl regista e il suo partner di sempre, Fausto Brizzi, presentano a Roma insieme agli attori Faletti, Vaporidis, Crescentini, il sorprendente esordio Cemento Armato, e parlano di cinema di genere, sceneggiature inattaccabili, progetti futuri, e della gavetta nella commedia. “Spero che il film sia un apripista, un’apertura proficua verso altre opere italiane entusiasmanti”

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crescentini vaporidis faletti martaniIl film si avvale del cast delle varie Notti Prima degli Esami, e in un certo senso sfrutta la vostra decennale esperienza come autori di infallibili successi natalizi nostrani…
Marco Martani:  Gli intrecci del film creano un ritmo che, è vero, abbiamo già sperimentato in Notte prima degli esami. Per quanto riguarda il cast, ho scelto gli attori che sono bravi. Certo, nessuno di noi dimentica che Giorgio è stato un meraviglioso prof. Martinelli.
Fausto Brizzi: Avevamo già fatto esperienza di film corali e funzionava molto dare un colore anche a chi aveva una sola battuta. Su questo ci siamo sforzati. Questo è un film costellato di morti, dovevano essere dei punti emotivi, altrimenti diventavano morti gratuite. Abbiamo cercato di far amare ogni personaggio in modo che poi dispiacesse vederlo ucciso.

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Quali sono stati i riferimenti di questo film di genere? Dal punto di vista visivo, avete scelto una fotografia desaurata, per quale motivo?
MM: C’è stato un lavoro quasi maniacale: con Marcello Montarsi, il direttore della fotografia, abbiamo scelto il tipo di grana anche in base al tipo di location. La differenza che c’è tra gli ambienti del primario a quelli dei ragazzi hanno tenuto conto anche di un contrasto cromatico, già in fase di preparazione. Quando il male entra nella casa del protagonista, entra in un ambiente cromaticamente caldo, nulla è stato lasciato al caso. In realtà è difficile dire a chi un regista si ispira, i riferimenti possono essere casuali. Personalmente amo i gangster movie del sud est asatico. Forse ho usato immagini che mi piacevano, che fanno parte della cultura di ognuno di noi. Cerco di tirarne fuori qualcosa di buono. È il mio primo film, quindi ho cercato di assecondare il mio gusto personale. Il film di genere è un meccanismo narrativo. Bisogna conoscerlo e sfruttarlo al massimo, alla fine soltanto ci si accorge che c’era una bellissima regia, una bella fotografia, ecc. Quello che deve prendere è la storia.
Spero che qualcun altro approfitti del nostro apripista, non necessariamente scimmiottando un film americano. Non si deve perdere la consapevolezza di essere qua e di dare una reinterpretazione nostrana, spero che sia un’apertura proficua e spero di vedere altri film entusiasmanti.

Questo film sembra che abbia una struttura molto moderna, molta azione e parecchia violenza. Èbrizzi lucisano più indirizzato a un pubblico giovane?

MM: Spero che funzioni e che prenda sia il pubblico giovane che quello meno giovane. Io non ho fatto nessun tipo di studio sul target di riferimento. Quando abbiamo scritto la sceneggiatura, con Fausto Brizzi e Luca Poldelmengo, abbiamo pensato a far entrare il pubblico dentro i personaggi e a non lasciarli mai più, a far provare una completa empatia. Se piace ai giovani sono contento, ma spero che piaccia a tutti. Il soggetto originale è di Luca Poldelmengo. L’ho conosciuto qualche tempo fa, alla Scuola di Cinema Sentieri Selvaggi, dove ho tenuto una lezione. Lu mi ha mandato una sceneggiatura che aveva scritto e il primo di ogni mese mi chiamava per chiedermi se l’avevo letta. Io ero preso dal bailamme di Notte Prima degli Esami Oggi  e ogni volta dovevo dirgli di no. Finito il film l’ho letta e l’ho trovata straordinaria. Luca è un’esordiente assoluto, si è trovato a scrivere con noi, ma firma il soggetto da solo. Speriamo che si l’esordio di un nuovo autore.

Nella nota degli autori dite che il film è la storia di una sfida tra bene e male. Il male è evidente, il bene molto meno. Forse intendete dire che il male è più organizzato del bene?
MM: Indubbiamente il male è più organizzato. L’idea della sfida tra bene e male però trova riscontro tra i due ragazzi: sicuramente Diego è un tipo problematico, ma all’inizio dice che è felice e che per lui è incredibile. Ha passato un’adolescenza difficile, ma questa ragazza, Asia, gli ha dato tranquillità, quindi l’amore è fonte di bene. Solo che non si può dimenticare il passato, perciò quando il male si scontra con Asia, la rabbia sopita di Diego esplode.
Giorgio Faletti: Questa non è una lotta tra bene e male. Il male è un fatto acquisito. Credo che la storia sia un’equilibrio precario che esiste tra Diego e Asia. Lei è una ragazza buona e responsabile, lui è in delicato equilibrio e basta un nulla per farlo cadere in un precipizio. Io credo che il personaggio che io interpreto faccia da fulcro a questa storia che è interpretata magistralmente da questi due ragazzi.
Nicolas Vaporidis: La lotta tra bene e male, secondo me, è all’interno degli stessi personaggi. Diego è un piccolo criminale di periferia, ma sa anche amare. Il Primario è anche un padre tenero, non è sicuramente un buono, ma c’è una lotta anche dentro di lui. In Diego e Asia questo aspetto è più evidente: potenzialmente potrebbero essere dei bravi ragazzi, ma i fatti prendono il sopravvento. Anche gli amici di Diego fanno cose non corrette, ma non sono né dei mostri, né dei santi. Sono complessi.

faletti e martaniTi senti orgoglioso di questo tuo esordio?

MM: Sono veramente orgoglioso di tutti coloro che hanno realizzato questo film. In questi giorni c’è una cosa che mi ha reso ulteriolmente orgoglioso: la canzone di Buonvino, cantata da Giuliano dei Negramaro era già bellissima. Ma poi è successo che Dolores O’Riordan dei Cranberries si è commossa dopo aver sentito la canzone e ha voluto assolutamente partecipare. L’abbiamo missata in questo weekend, finita domenica 31 settembre, perché lei era scesa a Milano apposta per noi! Questo è un sogno che si avvera per un esordiente come me. Il duetto inedito tra Giuliano Sangiorgi e Dolores O'Riordan che si sente sul finale del film si chiama Senza Fiato.

La factory IIF sta tagliando molti traguardi. Cos’altro avete in mente?
Federica Lucisano: Brizzi sta scrivendo una commedia sentimentale di cui non dico ancora nulla; stiamo vagliando varie ipotesi di cast. Inoltre abbiamo opzionato i diritti del libro La notte di Peter Pan e saranno sempre Brizzi e Martani a scrivere la sceneggiatura. Stiamo acquisendo i diritti di altri libri e la possibilità di mettere in scena l’opera di Massimiliano Bruno, “Zero”. Siamo felici di lavorare con persone come Dario, Carolina, Nicolas, Giorgio, e tutti gli altri. Diciamo che il processo creativo è in costante evoluzione. Loro sono molto propositivi e viceversa anche noi proponiamo loro diverse cose. Il prossimo film è di Brizzi e subito dopo produrremo il prossimo Martani. In questo momento stiamo girando Questa notte è ancora nostra, con la Walt Disney Corporation.

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