LETTE E…RIVISTE – Le riviste di cinema di tutto il mondo (maggio 2004)

Questo mese sguardo su “Synopsis”, “Asian cult cinema”, “Cahiers du cinéma”, “Filmmaker”, “Moviemaker” e “Independent film and video magazine”

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Tanto Festival di Cannes nell'ultimo numero di Synopsis. In copertina la sposa Uma Thurman, musa del presidente di giuria, il cui ultimo parto cinematografico è al centro di una rilettura del bimestrale fancese. Poi si passa ad analizzare La mala educacion di Almodovar, mentre per l'analisi di La vita è un miracolo viene lasciata la parola al suo autore Emir Kusturica. Infine le ricette dei fratelli Cohen su come si rimescola un genere e si ricicla un film: ovvero come i due, co la complicità di Tom Hanks, hanno sfornato The lady killers. Mentre in bocca c'è ancora il gusto delle sit-com e dei telefilm che hanno chiuso i battenti quest'anno: da Friends a Sex and the city, Synopsis ha stilato la classifica delle trenta migliori fiction televisive.

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Di sequel il cinema di genere o "commerciale" abbonda. E la produzione estremo-orientale abbonda di film di genere. Nessuna sorpresa quindi che Asian cult cinema ospiti una recensione sul transmediatico Cat III, con successivo dibattito su "quale è il migliore?", e metta in copertina Battle royale II. Parlando di abbondanza, non manca un pezzo sul prolifico Takeshi Miike, giapponese popolarissimo, sempre nel cuore della rivista ma poco seguito nel resto della stampa occidentale. Seguono intervista a Johnnie To e sguardo sulla "bellezza interiore" di Moon so-ri, interprete di Oasis e A good lawyer wife. Quest'ultimo film, passato per Venezia nel 2003, è anche protagonista del retro-copertina.


www.asiancult.com

Cannes è protagonista anche nel numero di maggio dei Cahiers du cinéma. In copertina Maggie Cheung, moglie di Olivier Assayas e protagonista del suo Clean. Ma l'attrice di Hong Kong è soprattutto musa di Wong Kar-wai, anche lui a Cannes e anche lui protagonista di un articolo d'approfondimento, assieme ad altre tre presenze alla Croisette: Kiarostami, Pedro Almodovar e Hong Sang-soo. Restiamo in Estremo-Oriente con l'incontro col giapponese Kiyoshi Kurosawa, mentre viene dall'America Latina Mercano il marziano, piccolo gioiello argentino passato per il Future Film Festival 2003 e poi scomparso: non è tanto la recensione, qui, a farci piacere, quanto la possibilità magari di potere recuperare il dvd almeno su Amazon.fr.

"Totalmente indipendente" come nello slogan, questo mese Independent film and video magazine si propone di essere una vera e propria guida per gli indipendenti, meglio ancora forse per gli aspiranti tali, sicuramente per chi cerca informazioni anche molto pratiche. Ad esempio "come provvedere alla propria assistenza medica", in quanto indie filmmaker. Ma anche come gestire il networking, perché va di moda snobbare il Sundance, cosa cercare nella scena indipendente di Los Angeles. Più il resoconto dal festival di Austen, e un case-study, magari non troppo incoraggiante, sulla lunga traversata del film Brother to brother di Rodney Evans dalla carta allo schermo. Che comunque allo schermo cìè arrivato. Ciliegina sulla torta per economi e indipendenti: è tutto disponibile online.


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Altra bella pubblicazione statunitense per gli indipendenti, il quadrimestrale Filmmaker dedica la copertina dell'ultimo numero a Jim Jarmush e al suo Coffe and cigarettes. I nostalgici apprezzeranno l'escursione verso il tramonto a proposito di Before sunset, sorta di sequel di quel Prima dell'alba che nel 1994 faceva incontrare Ethan Hawke e Julie Delpy in una notte viennese apparentemente senza seguito. Dieci anni dopo il regista Rick Linklater fa rivivere i personaggi e parla in un'intervista di questo strano caso di "parte seconda" in chiave indie. Tutt'altro che etereo il materiale di Super size me, documentario d'esordio di Morgan Spurlock, che potrebbe essere un enensimo -e legittimo- affondo alle multinazionali sulla scia di Insider e Erin Brokovic, ma senza romanzo. E se Film Comment ha ripreso il suo reportage sulla scena nigeriana un anno dopo, Filmmaker si rifà lanciando un servizio sul cinema che viene dall'Afghanistan.


www.filmmakermagazine.com

 Altro quadrimestrale di tutto rispetto, Moviemaker dedica la copertina primaverile a Mark Ruffalo, protagonista di In the cut e astro in ascesa. Poi come sempre la scaletta divisa per aree di competenza: per il montaggio, una serie di "best of" con riflessioni di Martin Walsh (Chicago), Mary Sweeney (Mulholland Drive), Dody Dorn (Memento) e molto altri; per la regia, incontro con Jean Jacques Annaud, che dopo tre anni di assenza torna con Two brothers, per la sceneggiatura, il caso di James Gunn (Scoobi-doo 2, Thromeo and Juliet). Mentre ; per il digitale, Michale Stroud, già veterano del settore e alla testa dell'ultima edizione del  prossimo Digital Media Summit a Los Angeles.


www.moviemaker.com

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