“Un viaggio in parallelo verso l’ignoto” – Incontro con Mario Brenta, Pippo Delbono e Mario Intruglio
È stato presentato ieri al Nuovo Cinema Aquila di Roma Corpo a Corpo, terzo lavoro in coppia di Karine de Villers e Mario Brenta, un documentario su Orchidee, ultimo lavoro teatrale di Pippo Delbono.
È stato presentato ieri al Nuovo Cinema Aquila di Roma il terzo lavoro in coppia di Karine de Villers e Mario Brenta (quest’ultimo già autore di Vermisat, Maicol e Barnabo delle Montagne, tre pezzi unici, come recitava il titolo di una retrospettiva a lui dedicata al cinema Trevi appena trascorsa), che dopo Calle de la Pietà e Agnus Dei firmano Corpo a Corpo, un documentario, o un dietro le quinte, di Orchidee, ultimo lavoro teatrale di Pippo Delbono ancora in tournèe in Italia e in Europa. A presentare il film ieri al pubblico romano era presente lo stesso Brenta (Karine sta promuovendo il film in Belgio) e Mario Intruglio, membro della Compagnia di Pippo Delbono, mentre quest’ultimo ha partecipato per qualche minuto alla conversazione tramite Skype.
Nel frattempo, sullo schermo cinematografico sovrasta il volto di Delbono, in collegamento via Skype, rinchiuso nel formato verticale della camera del suo cellulare, strumento con cui ha girato i suoi ultimi e splendidi film, La Paura, Amore carne, Sangue. Mentre Brenta presenta il film, Delbono esplora la stanza in cui si trova mostrandola al pubblico, finché il cellulare non arriva alle mani di Bobò, artista sordomuto e volto/corpo fondamentale degli spettacoli di Delbono, che si riprende per qualche minuto, regalandoci un fugace autoritratto. Poi Delbono prende la parola: “Il cinema e il teatro sono due esperienze complementari nel viaggio dentro l’animo umano. In un periodo di grandi maschere come è quello in cui tuttora viviamo sarebbe meglio rimanere in silenzio e astenerci da ogni giudizio. Come si vede nel film, soprattutto nella prima parte, io in quanto regista mi limito a guardare ciò che gli attori mettono in scena. Adotto ciò che definirei uno sguardo femminile, uno sguardo aperto, disposto a lasciarsi attraversare dalle cose. Guardo e ascolto, e solo in un secondo momento, sempre in quanto regista, tiro i fili che sono stati disposti per creare la mia visione”.
Interviene poi l’attore Mario Intruglio: “Come è ovvio il nostro spettacolo va in un’altra direzione rispetto a ciò che si vede nel film di Mario. Ciò che fai sul palco teatrale è destinato a morire, mentre il cinema non è di carne e per questo è in grado di raccogliere qualcosa di ciò che resta del nostro lavoro. Noi siamo una Compagnia che è unita da vent’anni, e che ha scelto questa unione proprio per sottrarsi agli obblighi che il lavoro dell’attore comporta. Siamo un gruppo molto chiuso e anche il processo delle prove è come chiudersi in un bunker per settimane, e Mario è stata una delle poche persone a cui è stato concesso di entrare nel nostro mondo. Ciò che facciamo è scavare, non esibire e penso che questo film sia un altro risultato, che parte però dagli stessi colori, e che ci specchia in un altro modo. Soprattutto in questo spettacolo Pippo è stato a tutti gli effetti un montatore cinematografico, che ha messo ordine e ha selezionato quali dei nostri materiali potessero andare a formare un’opera finita”.
“Per questo motivo – riprende il discorso Brenta – dovevamo sempre stare in agguato. Niente di ciò che avveniva sul palco era ripetuto, e dovevamo sempre essere in grado di cogliere d’anticipo ciò che sarebbe potuto accadere. Per questo il film è interamente girato con la camera a mano, e quasi inconsciamente abbiamo realizzato un montaggio in macchina. Abbiamo vissuto questa esperienza in simbiosi, tramite un contatto emotivo e fisico con gli attori. Non c’è razionalità, ma ragione e necessità. È stato un viaggio in parallelo verso l’ignoto”.
Corpo a Corpo sarà in programmazione al Nuovo Cinema Aquila fino a Martedì 21 aprile.