Dopo Carlo Giuliani, ragazzo, Francesca Comencini alle prese nuovamente con temi che scaturiscono dall'osservazione dei fatti sociali. Il suo nuovo film, Mi piace lavorare, parla dei rapporti tra lavoratore ed azienda, con particolare riferimento al fenomeno del mobbing, ovvero quell'insieme di comportamenti che una persona può subire sul luogo di lavoro – pressioni psicologiche, angherie, molestie – e che determinano un forte disagio psicofisico, alla lunga devastante.

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Il film, che verrà presentato domani nel corso del Festival Internazionale del Cinema di Berlino – Sezione Panorama, si sviluppa intorno ad una sceneggiatura scriita dalla Comencini con la stretta collaborazione di un rappresentante sindacale, Daniele Ranieri, e di un avvocato del lavoro, Assunta Cestaro.

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