20/3/2002 – Un altro "caso italiano": anche la Mostra del Cinema perde di credibilità.
Interessante e pungente articolo sull'inglese "The Guardian".
"Ci sono diversi modi per creare confusione in uno dei
principali festival cinematografici europei: farlo dirigere da una persona senza esperienza, trasformarlo nel pallone di una partita di calcio politica o indurre registi e attori a boicottarlo. Se si è il governo italiano si possono fare tutte e tre le cose insieme."
Rory Carroll, autore dell'articolo pubblicato su "The Guardian", fa una panoramica sulla drastica situazione del Festival del Cinema di Venezia, evento organizzato all'interno della più vasta esibizione della Biennale.
Carroll accusa il nostro Primo Ministro Silvio Berlusconi di voler strumentalizzare la Mostra del Cinema per dimostrare capacità amministrative e sensibilità politica.
"La questione è diventata una corsa contro il tempo, per evitare un fiasco, visto che l'organizzazione del festival è ben lontana dall'essere definita.
'E' semplicemente assurdo, grottesco e ridicolo che non abbiamo ancora un candidato credibile', afferma Carlo Lizzani. "
Il giornalista continua:
"I problemi iniziarono quando il governo scelse Franco Bernabe, un uomo senza nessuna competenza in arte contemporanea, per dirigere la Biennale."
E ancora riporta le critiche dei critici nei confronti di Berlusconi, accusato di muovere i suoi tentacoli nel panorama culturale italiano per servire i propri interessi ideologici e politici.
Rory Carroll scorre poi i vari passaggi della vicenda, citando Sgarbi, la Cicogna, Piera Detassis ("Sono abituata a lavorare nella piena indipendenza ed autonomia. E non credo che ci saranno queste condizioni"), per ribadire, infine, lo sconforto e la delusione dei critici italiani e, soprattutto, di registi e produttori, indirizzati verso il boicottaggio del festival.