"Piazza Giochi", di Marco Costa

piazza giochi di marco costaDoppia lettura per il film di Marco Costa: ad una ragionata analisi sul contemporaneo corrispondono coraggiose scelte di regia che tentano di esprimere la confusione della società giovanile, ma che se da una parte sono forse il giusto modo per esprimere la velocità nei rapporti odierni, dall'altra, proprio per la loro eccessività, rischiano di allontanare lo spettatore dalle vere intenzioni del regista.

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piazza giochi di marco costaPiazza Giochi Delfici è la piazza dove si ritrovano i ragazzi della Roma bene e dove capita Cassandra (Cecilia Albertini), adolescente inquieta alle prese con la conoscenza forzata di un padre (Luca Ward, ottimo nella sua interpretazione) che non ha mai visto ma con cui deve convivere mentre la madre è in coma per un tumore. Accettata con titubanza dalla nuova famiglia dell’uomo, un ricco imprenditore edile, Cassandra deve cambiare totalmente le proprie abitudini; da sempre vissuta in un mondo umile ed alternativo, si vede catapultata in un insieme di rapporti sociali in cui sono la superficialità, la formalità e l’apparenza gli unici valori che sembrano contare.
Film dalla doppia faccia, prodotto ambiguo nelle sue scelte registiche Piazza giochi mette in mostra il bene e il male del cinema italiano contemporaneo: da una parte un’ottima narrazione per la parte che riguarda il mondo adulto (i genitori in questo caso), dall’altra una confusione sul mondo giovanile, inevitabile del resto proprio per la non afferrabilità dell’adolescenza di oggi. Costa mischia due stili, sceglie due diversi modi di esprimere le emozioni: riprese più controllate quando sono i “grandi” ad entrare in scena, montaggio rapido ed irrefrenabile (in stile MTV) se sono i ragazzi il centro dell’immagine. E’ forse il modo giusto per dare idea della complessa società in cui viviamo e in cui si affacciano i giovani – rapporti sentimentali ed amicizie sempre sul filo del rasoio, difficoltà ad esprimersi e a riuscire a costruirsi una propria identità, conformismo e banalità nel porsi agli altri –, ma è anche stilisticamente difficile da adattare allo schermo, ibrido tra cinema e televisione. E’ ragionata l’analisi del regista, ma è frammentata la sua resa visiva col risultato di chiedere allo spettatore uno sforzo eccessivo per abituarsi a tutta questa velocità di svolgimenti e di cambiamenti; col rischio di far sì che il film perda tutto l’intento sociologico e si riduca ad una semplice storia in stile “mocciano” (del resto citato come uno dei riferimenti dalla viziata sorellastra di Cassandra), da cui invece Piazza Giochi pare volersi discostare.
 
 
Regia: Marco Costa
Interpreti: Luca Ward, Susanna Smit, Cecilia Albertini, Laura Adriani
Distribuzione: Ellemme Group
Durata: 85’
Origine: Italia 2010
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