FESTIVAL DI ROMA 2011 – "La Nouvelle Guerre Des Boutons", di Christophe Barratier (Eventi Speciali)


Se il classico per l’infanzia del 1961 era chiaramente debitore del cinema di Jaques Tati e del muto di Chaplin, questa Nuova Guerra dei Bottoni strizza l’occhio all’immaginario hollywoodiano: le battaglie tra bambini sono orchestrate come divertenti rivisitazioni degli epici scontri di Braveheart o Gans of New York. La "primavera del cinema francese" si dimostra capace di esprimersi agevolmente in tutti i generi, sfornando prodotti come questo che sono il chiaro sintomo di un movimento in salute

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La nouvelle guerre des boutons

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Bambini e guerra. Niente di più lontano e perciò niente di più metaforico. La Guerra dei Bottoni (1961) di Michel Galadrou è stato uno dei più celebrati film per l’infanzia negli ultimi cinquant’anni di cinema francese. Ed è perciò interessante confrontarsi con il remake odierno che sposta significativamente il periodo storico di riferimento dalla prima alla seconda guerra mondiale: siamo nella Francia occupata, nel controverso periodo della Repubblica di Vichy dove un gruppo di bambini del villaggio di Longeverne si scontra continuamente (e in “sofisticate” battaglie ispirate a fatti storici dell’antichità studiati la mattina a scuola) con un gruppo di coetanei del villaggio limitrofo. Il bottino di guerra saranno appunto i bottoni che riusciranno a strappare agli indumenti dell’avversario. Nel frattempo Violette, una bambina di origine ebraica che scappa dalla deportazione parigina, si rifugia nel villaggio protetta da una vecchia amica di famiglia (Laetitia Casta) e fa innamorare perdutamente Simon, il capo dei bambini di Longeverne. Ora, l’aspetto più interessante del film appare subito l’intertestualità che riesce ad attivare: se l’originale del 1961 era chiaramente debitore del cinema di Jaques Tati e del muto di Chaplin, questa nuova versione strizza l’occhio all’infanzia dei film di Truffaut e soprattutto all’immaginario hollywoodiano. Le battaglie tra bambini sono orchestrate come divertenti rivisitazioni degli epici scontri di Braveheart o Gans of New York: sicuramente Hollywood come referente culturale incontrastato, ma anche un più sottile riferimento all’America e al suo ruolo centrale in quella seconda guerra mondiale. Una guerra che doppia la guerra dei bambini e si fa incubo non visto e rimosso nella piccola Longeverne. Ovvio poi che l’atmosfera sognante della classica favola di formazione francese riduca ogni riflessione ad una morale evidente: la guerra si combatte con l’amore puro dell’infanzia e la si vince con l’unità di intenti. Ovvio anche che in un film prettamente pensato per un pubblico adolescente gli snodi narrativi siano chiarissimi nella loro elementarità. Ma è ormai chiaro che questa nuova "primavera del cinema francese" riesca agevolmente ad esprimersi in tutti i generi, immergendosi nel cinema a 360° e sfornando prodotti come questa nuova guerra dei bottoni che sono chiaro sintomo di un movimento in salute. Di produzioni intelligenti e mirate. Quanto sembra lontano il confine con l’Italia…     

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